Sulla retrocessione del Legnano calcio l’ombra di irregolarità da parte dei giocatori
Il vice presidente Davide Piccardo annuncia un esposto alla Procura Federale per verificare "elementi e testimonianze raccolte dalla società su fatti gravi accaduti durante il playout"
Anche l’ombra di fatti illeciti sulla retrocessione del Legnano. E’ scaturita nell’ennesima apparizione mediatica del presidente Enea Benedetto e del vice Davide Piccardo sui canali social di Be.Pi TV. In un confronto, finalmente più dibattuto, è stato soprattutto Piccardo a parlarne, quando tornando al confronto con la Castellanzese ha affermato di aver interessato la Procura Federale di «elementi e testimonianze raccolte dalla società su fatti gravi accaduti durante il playout. Abbiamo saputo di possibili irregolarità che coinvolgerebbero alcuni giocatori del Legnano. Abbiamo fatto un esposto affinchè si apra una indagine per capire se tutto corrisponde al vero»
Un annuncio che scende sulla retrocessione in maniera pesante. Un macigno sulla squadra già profondamente criticata dal direttore sportivo Salvatore Soviero e su alcuni giocatori, non nominati, per aver manifestato scarso attaccamento alla maglia, inviato certificati medici per evitare allenamenti, parlato troppo con la stampa. Siamo a una rottura totale tra club e spogliatoio, con sviluppi, sempre secondo la società, di possibile radiazione per i colpevoli e di rivalsa nei loro confronti per l’avvenuta retrocessione.
Il presidente Benedetto, da parte sua, tornando sulle violenze durante e dopo il playout ha declinato ogni responsabilità della società per i danni provocati all’impianto: «Noi abbiamo portato 30 steward, abbiamo fatto tutto quello che era giusto fare per la sicurezza, ma non poteva bastare. Doveva intervenire il prefetto, considerato che era una partita importante, un derby. Anche lui deve prendersi le sue responsabilità! C’erano soltanto otto carabinieri. E pure la Folgore avrebbe dovuto controllare meglio la vendita di alcolici».
Il futuro adesso, secondo Benedetto, ha tre percorsi: «Il primo, continuare su questa strada e aprire a un azionariato popolare con sviluppi anche in ambito digitale. Il secondo, andiamo avanti solo con amici e sponsor. Il terzo, la cessione a chi è più amato e più forte di noi». Sarà, ma a noi la soluzione più probabile resta la solitudine di un club che vede troppi nemici attorno a se’ e che li cerca ad ogni costo, per liberarsi delle proprie responsabilità.
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