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Palio di Legnano

La contrada Sant’Ambrogio riempie il maniero per il Pranzo della Fiorentina e si racconta

Domenica 12 maggio il maniero della contrada Sant'Ambrogio ha accolto i suoi contradaioli per il tipico Pranzo della Fiorentina, occasione per rievocare ricordi e conoscere meglio una delle 8 contrade protagoniste di Legnano

Il Pranzo della Fiorentina della contrada Sant'Ambrogio

Domenica 12 maggio la contrada Sant’Ambrogio si è riempita per il tipico Pranzo della Fiorentina. Tra i 250 e i 300 contradaioli hanno affollato il maniero in questa giornata di festa che segue l’iscrizione ufficiale delle contrade al Palio avvenuta sabato 11.

Il clima gioioso ha rievocato tanti bei ricordi nei contradaioli giallo verdi e questo ci ha permesso di conoscere meglio una delle 8 contrade protagoniste di Legnano. «Sono contradaiolo di Sant’Ambrogio dal ’96/’97, – ha detto Antonio Piazza – sono entrato in contrada su consiglio di amici che già la frequentavano e mi sono trovato bene fin da subito. Negli anni ci sono stati tanti cambiamenti e tante reggenze».

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Il Pranzo della Fiorentina della contrada Sant'Ambrogio 4 di 11

Difficile scegliere il ricordo più bello da raccontare e l’emozione non manca. «Un momento bello – ha ricordato  Antonio Piazza – è stato vedere mia figlia diventare castellana. Ho due figli entrambi barbareschi, uno della Provaccia e uno del Palio e anche questo per un papà è una punta d’orgoglio. Un altro momento bello è stato lo spostamento del maniero perché nell’altro non ci stavamo più. Mi auguro che tra una decina d’anni anche la nuova casa della contrada sia diventata troppo stretta».

I giovani sono il motore delle contrade


«Faccio parte di una contrada dove fortunatamente negli ultimi anni sono arrivati un sacco di giovani, – ha detto Piazza – che sono l’anima della contrada, tutti che fanno qualcosa sempre per il bene comune e si divertono anche a farlo. Quando facciamo la cena propiziatoria in palestra la rendono meravigliosa».

Ogni contrada è come una grande famiglia e i nuovi arrivati creano sempre tanta gioia. «Le persone sono aumentate – ha detto il capitano Mattia Landi – ed è sempre bello vedere nuovi ragazzi che si avvicinano alla contrada, incuriositi da questo mondo e che poi pian piano diventano contradaioli. Per me questo è importante e da capitano mettere ad ogni evento il foulard di contrada sulle spalle delle persone è veramente molto emozionante».

Non solo divertimento, essere contradaiolo ha delle responsabilità

Il gonfaloniere
Far parte di una contrada non è solo divertimento, ci sono anche responsabilità e compiti da svolgere con impegno e dedizione. «Essere gonfaloniere – ha detto Alessandro Bianchi – è ovviamente un onore ma anche un impegno perché è un ruolo che fa da “ponte” tra i ragazzi più giovani e la reggenza. È una responsabilità ma portare le insegne di contrada è bello ed emozionante».

Il barbaresco
Non li vediamo durante la corsa ma dietro le quinte di ogni contrada c’è sempre un team ad occuparsi del cavallo a 360°, i barbareschi. «Il giorno della Provaccia – ha detto Zaccaria, barbaresco della Provaccia per la contrada Sant’Ambrogio – mi occupo del cavallo in tutto e per tutto: lo preparo, aiuto il fantino, porto a passeggio il cavallo, lo porto in pista e vado a riprenderlo. Ricopro questo ruolo dal 2021 ed è emozionante per me perché ho la passione per i cavalli da tanti anni e sono contradaiolo da quando sono nato. È una bella emozione ma anche una grande responsabilità perché si ha a che fare con una creatura che a volte non è facile da gestire e ogni volta c’è sempre un po’ di ansia di sbagliare».

La realizzazione dei costumi

Dietro ogni abito c’è uno studio e una lavorazione che dura molto tempo. «La realizzazione degli abiti è molto lunga, inizia addirittura appena finito il Palio, quindi appena questo Palio 2024 si sarà concluso inizieremo subito con i progetti per il 2025. Di solito si inizia con un progetto che poi viene sottoposto alla Commissione Costumi che ne giudica validità, tessuti, ricami e fonti storiche. Successivamente si procede con la realizzazione finale dell’abito che deve essere fatta entro l’ultima settimana prima del Palio».

I cambiamenti e le aspettative


«In questi anni – ha detto il gran priore Ermenegildo Pizzo – la contrada è cambiata perché abbiamo una casa nuova, abbiamo spazi esterni e la possibilità di fare momenti conviviale e accogliere più persone. La contrada è cambiata perché con un numero maggiore di persone c’è maggior coinvolgimento, partecipazione e si sono creati nuovi gruppi di lavoro. Ci aspettiamo di crescere, stiamo andando bene e quindi la proiezione futura è sempre in meglio».

«Abbiamo più persone di diversi percorsi in contrada che lavorano insieme, – ha concluso la castellana Giulia Restelli – comunicano e si raccontano storie. La mia aspettativa da qui ai prossimi anni è di tramandare ancora di più tutti i valori storici e culturali che abbiamo in contrada e nel Palio e che questi valori possano vivere in futuro».

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Pubblicato il 13 Maggio 2024
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