Classi differenziali? La Cgil Legnano: “Rafforziamo le politiche scolastiche inclusive”
Il sindacalista della Cgil Scuola Legnano interviene sulla polemica delle classi differenziali
Il sindacalista della Cgil Scuola Legnano interviene sulla polemica delle classi differenziali.
Il primo a parlare di classi differenziali era stato il Min.dell’Istruzione Valditara. Tutto ebbe inizio col caso Pioltello e le polemiche sul giorno di chiusura della scuola in coincidenza col Ramadan. Il Ministro in quella occasione parlò di tetto per l’inserimento degli alunni stranieri nelle classi al 20%, dimenticandosi che un tetto esisteva già dal 2008 ed era al 30%, introdotto dall’allora Ministro Gelmini. Un tetto che esiste solo sulla carta ma che è sempre stato di difficile applicazione.
Così dal tetto si passò, di propaganda in propaganda, alle classi differenziali per gli alunni stranieri, dimenticandosi che la maggior parte degli alunni stranieri, quasi un milione, sono nati in Italia. Solo cosi, per il Ministro dell’Istruzione, si favorirebbe una vera e sana inclusione. A dare una mano a Valditara, è intervenuto in questi giorni il generale Vannacci, ancor fresco di
candidatura alle europee nelle liste della Lega come indipendente. Proporre il ritorno alle classi differenziali, per gli stranieri come fa il Ministro o per gli alunni disabili come fa il generale, è un pericoloso salto all’indietro di quasi 50 anni. Fu infatti la legge n.517/77 ad abolire le classi di aggiornamento e differenziali, previste quindici anni prima dagli art.11 e 12 dalla Legge n.1859 del 31.12.1962. Le prime dovevano servire a recuperare gli alunni bisognosi di recupero nelle classi prime e i ripetenti delle classi terze. Le classi differenziali, invece, erano riservate agli alunni con più o meno grave disadattamento scolastico. Erano considerati disadattati tanto gli alunni vittime di grave disagio sociale quanto quelli con problematiche psico-fisiche. Entrambe queste classi separavano una minoranza di alunni dalla maggioranza delle classi comuni con gli alunni cosiddetti normodotati. Nessuna inclusione, nessuna integrazione ma solo separazione e discriminazione.
La legge 1859/62 che vide nascere la scuola media unificata con l’abolizione delle scuole d’avviamento e l’innalzamento dell’obbligo fino a 14 anni, mantenne le classi differenziali fino al 1977 con l’approvazione della legge 517/77. Quest’ultima legge che rivoluzionò il sistema scolastico italiano, sancì un principio fondamentale col diritto all’istruzione per tutte le persone in situazione di handicap : “ l’esercizio di tale diritto non può essere impedito da difficoltà di apprendimento né da altre difficoltà derivanti dalle disabilità connesse all’handicap”. Diritto all’educazione e all’istruzione che si deve esercitare con
l’inserimento nelle classi comuni, con non più di 20 alunni e col supporto di un docente specializzato. Stessa finalità per favorire l’integrazione degli alunni stranieri nelle classi comuni e, ove necessario, con la presenza di mediatori e facilitatori linguistici, figura ponte in una scuola che vuol essere sempre più inclusiva e multiculturale.
Indubbiamente i tagli alla scuola e la carenza di risorse e personale specializzato, hanno in buona parte indebolito questi principi, rendendo sempre più problematica una politica d’inclusione e integrazione. Per rimanere in Lombardia che rimane su questo terreno la regione capo-fila in Italia, sono quasi 50 mila gli alunni stranieri, in calo quelli di prima accoglienza e oltre 50mila gli alunni disabili, in costante crescita dopo la pandemia. E la risposta non può essere quella di parlare alla pancia del Paese, facendogli fare un salto all’indietro di 50 anni e col ritorno alle classi differenziali, buttare a mare ogni politica inclusiva e di buone pratiche di sostegno e integrazione. La risposta non può essere che una sola: non il ritorno a un passato di separazioni e discriminazioni ma incentivando e rafforzando le politiche scolastiche inclusive, investendo di più nell’istruzione, formando e qualificando il personale, facendo della scuola una vera e propria comunità multietnica,
educante e democratica.
Pippo Frisone
Flcgil Legnano
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