Busto Garolfo intitola il parco di via Arconate ai Caduti di Nassiriya: “La guerra non risolve i problemi”
L'intitolazione dell'area verde ai Caduti di Nassiriya è l'ultimo atto di un percorso iniziato con l'approvazione di una mozione della consigliera Sabrina Lunardi
Busto Garolfo intitola il parco di via Arconate ai Caduti di Nassiriya, ultimo atto di un percorso iniziato con l’approvazione in consiglio comunale di una mozione presentata a fine 2021 dalla consigliera Sabrina Lunardi e culminato domenica 14 aprile con scopertura della targa commemorativa, corteo e commemorazione ufficiale in sala consiliare, alla presenza tra gli altri del maggiore Pietro Laghezza, comandante della Compagnia Carabinieri di Legnano.
La celebrazione è stata l’occasione per onorare la memoria del 12 novembre 2003, con la città irachena di Nassiriya divenne il teatro di una delle più gravi tragedie nella storia militare italiana quando alle 10.40 locali un’autocisterna forzò l’entrata della base Maestrale, presidiata dai carabinieri, lanciata a tutta velocità. Trasportava due attentatori e quasi 300 chili di esplosivo. Il carabiniere Andrea Filippa, di guardia all’entrata, riuscì uno dei due terroristi, ma il mezzo proseguì la sua folle corsa. Poi l’esplosione che fece saltare in aria il deposito munizioni. Il bilancio fu terribile: le vittime italiane furono 19, tra cui due civili.
Italiani che «erano lì a seguito della risoluzione ONU che aveva come finalità quella di contribuire, dopo la seconda guerra del Golfo, alla rinascita dell’Iraq, favorendo la sicurezza del popolo iracheno e lo sviluppo della nazione – ha sottolineato il sindaco Susanna Biondi nel suo discorso -. L’Italia partecipava con l'”Operazione Antica Babilonia”. La presenza dei nostri militari in terra irachena era improntata alla più ampia apertura nei confronti della popolazione locale, volevano essere una presenza discreta e dialogante, fianco a fianco con la gente del luogo. Tutti loro, sono morti mentre stavano lavorando convinti di aiutare quella terra a riprendersi da 26 lunghi anni della sanguinaria dittatura di Saddam Hussein ma anche dalla guerra che lo aveva destituito».
«Una missione di pace incuneata tra guerre precedenti e una condizione di conflitto continuo che si è protratto durante e dopo, per anni, con un tributo di sangue difficile da calcolare con precisione – ha aggiunto la prima cittadina -. Si stimano più di 100mila morti tra i civili oltre a decine di migliaia di caduti tra i militari. I caduti che noi oggi onoriamo, ai quali abbiamo intitolato un luogo del nostro paese proprio per coltivarne la memoria, ci insegnano ancora una volta che la guerra non risolve i problemi, di solito invece genera nuovi conflitti difficili da fermare, come accade ancora, proprio in questi giorni, e non è la via giusta da percorrere, neppure per ribaltare regimi sanguinari. Il loro sacrificio è un simbolo di pace, quella pace che, personalmente, ognuno di loro stava cercando di affermare».
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