In cento alla manifestazione firmata Uil e Cgil in centro a Legnano
Sindacati e lavoratori nel pomeriggio hanno partecipato allo sciopero generale nazionale di 4 ore con un comizio e un flash mob
Maschere bianche per ricordare i morti sul lavoro, bandiere di Cgil e Uil e più di un centinaio di lavoratori radunati in piazza San Magno a Legnano con le rappresentanze sindacali. Così sotto al sole primaverile di questo giovedì 11 aprile i legnanesi hanno partecipato allo sciopero generale nazionale di 4 ore, proclamato per puntare il faro sulle morti sul lavoro, un tema di estrema attualità visto i recenti fatti di cronaca. Ma anche per chiedere una riforma fiscale che alleggerisca il carico del fisco italiano su dipendenti e pensionati e, infine, un nuovo modello sociale d’impresa.
La manifestazione legnanese è iniziata poco dopo le 15 con l’intervento di Luigi Tripodi, coordinatore Territoriale Uil Legnano Magenta Abbiategrasso seguito da Letizia Virgara della Rsa Nidil, Luciano Anzini Uil Trasporti, Davide Colombino rsu-rls Ci Zeta Medicali, Mocia Gasparino della Uil ed infine Fabio Toriello segretario della Filcams Cgil Ticino Olona. A inframezzare i loro interventi l’attore e comico della compagnia dei Legnanesi Maurizio Albè che ha interpretato alcune letture.
Il comizio in piazza ed il flash mob
Tripodi ha esordito dalla piazza evidenziando con forza il numero delle morti sul lavoro sia a livello nazionale che in Lombardia: «Soltanto nella nostra Regione nel 2023 abbiamo contato 172 morti, 172 lavoratori… persone uscite da casa per andare a lavorare come sempre e più tornate tra le braccia dei loro famigliari. Riteniamo essenziale ribadire che finché non ci saranno “zero” morti sul lavoro continueremo con la nostra lotta per sensibilizzare le istituzioni e tutte le parti coinvolte. Vogliamo avere finalmente provvedimenti efficaci e una prevenzione mirata. Chiediamo anche un fisco più equo, il rinnovo dei Ccnl e una legge sulla rappresentanza sindacale. Ed a chi punta il dito affermando che le nostre manifestazioni hanno risolti politici diciamo che non è così. È da anni che scendiamo in piazza a protestare, a dire la nostra contro le manovre fiscali, a protestare contro scelte scriteriate e a chiedere di sederci ai tavoli. Noi diciamo a chi non risponde nel merito che merito non ha».
Durante il comizio che ha preceduto il flash mob è emerso un tema importante: la sicurezza sul lavoro non passa solo dalla formazione, ma anche dalla tutela dei lavoratori. Il tempo passa per tutti e certe attività sono logoranti per il corpo. A tal proposito la rappresentante Virgara ha raccontato: «Lavoro in un azienda alimentare. Non ho difficoltà sono una lavoratrice in forze, ma vede alcune mie colleghe che con il passare degli anni accusano dolori, per continuare a lavorare usano medicamenti per non sentire dolore. Ciò però porta a problemi di salute alcune di loro con certificati medici alla mano risultano inidonee. L’azienda dopo anni di sacrificio cosa fa? Le lascia a casa. Loro hanno sacrificato la salute per la produzione. È giusto?». Un intervento che apre una profonda riflessione sull’attuale qualità di vita dei lavoratori e sulla necessità di cambiare il passo.
Toriello ha chiuso la manifestazione con un incisivo intervento. Ricordando il significato del flash mob, ossia «dare dignità alle vittime cadute sul posto di lavoro» ha puntato il dito contro il Governo affermando «È inaccettabile che continui a negarci un vero confronto sui temi come la salute, la sicurezza e il fisco». Come Tripodi anche Toriello ha toccato numerosi punti centrali e delicati. Anche lui è convinto che il mondo del lavoro e dell’impresa debba cambiare radicalmente. «Finché avremo lavoratori precari finché il lavoro sarà frammentato, finché esisteranno forme di lavoro come il lavoro a tempo determinato, il contratto a chiamata o finché esisteranno lavoratrici e lavoratori, come la nostra Letizia, assunti in staff leasing. La conseguenza sarà che, anziché ridurre gli infortuni e le morti sul lavoro si realizzerà esattamente l’effetto opposto perché questi lavoratori sono soggiogati dal ragionamento che la loro libertà di tutelare la propria vita, la propria incolumità vada in secondo piano rispetto a un altro ragionamento… la sopravvivenza».
A Roma sabato 20 aprile
Cgil e Uil torneranno insieme in piazza, ma questa volta a Roma, il prossimo sabato 20 aprile. «Scenderemo uniti sempre per la salute e la sicurezza sul lavoro – hanno precisato i rappresentati delle due sigle sindacali -, e per il diritto alla salute e dunque il rilancio e la salvaguardia del servizio sanitario nazionale pubblico, per finanziare le leggi sulla non autosufficienza, per una riforma fiscale equa e un aumento concreto delle retribuzioni».
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