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SMOG E LO STOP SPORADICO DELLE AUTO: INUTILE E IMPROPONIBILE

31 Gennaio 2011


Gentile Direttore, 
abuso, nuovamente della Sua disponibilità per proseguire nell’analisi del problema PM10, questa volta non con personali considerazione ma analizzando dati scientifici dalla rete ufficiale dell’ARPA.
 
I dati della rete di rilevamento dell’inquinamento (fonte:
www.arpalombardia.it) dimostrano come la concentrazione degli inquinanti nella giornata di Domenica 30 sia ovunque cresciuta rispetto al Sabato precedente dove vi era la libera circolazione di ogni tipo di veicolo; inoltre è interessante rilevare come vi siano più che significative differenze nei valori rilevati tra la città di Milano e le zone limitrofe, nella nostra zona (centralina di riferimento “Busto ACCAM”) il PM10 è stato al di sotto del valore limite sia Sabato che Domenica nonostante nessun provvedimento di limitazione del traffico sia stato attuato. Anche nei giorni passati, analizzando i soli dati di questa centralina, gli stessi non avrebbero fatto scattare il famigerato piano di emergenza del Comune di Milano. Persino all’interno della Città di Milano vi sono notevoli differenze nei valori rilevati dalle singole centraline.
 
Tutto questo cosa significa ? 
 
1)      Che generalizzare il problema per renderlo “giornalisticamente” più appetibile non ha alcun senso, estendere l’allarme ad una zona vastissima (che comprende : Milano, Como, area del Sempione e Meratese) è illogico e privo di ogni significato datesi le sostanziali differenze nei singoli territori.

2)      Che, alla luce del punto precedente, anche le iniziative da intraprendere dovrebbero essere diversificate in base alle reali esigenze del territorio; un conto è costringere all’utilizzo esclusivo dei mezzi pubblici chi circola per la città di Milano che dispone di una rete di superficie e sotterranea decisamente diversamente strutturata rispetto all’Hinterland o le provincie attigue; ben diverse le esigenze del nostro territorio dove parrebbe più sensato un progetto viabilistico di lungo periodo che eviti l’inutile “ristagno” del traffico incolonnato (variante della SS33, tangenziali dei grossi e medi centri …)

3)      Che il contributo dato dai veicoli a motore all’accumulo di PM10 è minoritario rispetto alle altre fonti (si tenga conto che la Domenica, oltre al blocco dei veicoli privati era pressoché nullo anche quello dei veicoli commerciali che, presumibilmente, invece, il Sabato avevano circolato normalmente)

4)      Che comunque, a parità di emissioni, la concentrazione degli stessi dipende in modo essenziale dalle condizioni atmosferiche e meteorologiche

5)      Che gli interventi estemporanei sono inutili ed improponibili, i dati dimostrano, se mai se ne fosse dubitato, che il blocco del traffico non serve a nulla; non a poco, proprio a nulla
 
In primo luogo, siamo certi della reale entità del problema?
Esistono studi e statistiche scientifiche serie?

E’ dimostrato che queste polveri siano così dannose alla salute o siamo ancora nel campo delle ipotesi come per le emissioni elettromagnetiche dei cellulari?

Personalmente sono convinto che non siano salutari ma ritengo che gli studi, allo stato attuale, anche per gioventù nell’analisi non abbiamo dimostrato che lo siano più di altre sostanze ben note e normalmente presenti nell’aria, mi riferisco all’ozono altissimo in periodo estivo, piuttosto che ai vari monossido di carbonio, zolfo, piombo, cromo, amianto … variamente presenti nelle emissioni civili ed industriali ma che, putroppo, destano meno clamore nei media.

Comunque, in questa sede, consideriamole come fossero un reale e prioritario problema, tale problema, sin ora, è stato affrontato solo in chiave politica, chi governa si para dietro a provvedimenti iniqui  ed inutili pur di non permettere agli avversari politici di contestare di non aver fatto nulla. E’ di ieri la dichiarazione del Sindaco Moratti che annuncia di avere il dovere di tutelare la salute dei suoi cittadini, concetto ineccepibile e sacrosanto, peccato che, poi, i provvedimenti adottati non giovino a nessuno, men che meno alla nostra salute.

Certo è meno facile, politicamente ed economicamente, convincere i cittadini che i tempi per la risoluzione del problema saranno inevitabilmente lunghi, che comporteranno il dover fare un passo indietro verso pretestuosi veti a costruire strade ed altre infrastrutture laddove chi vi abita vicino non li vorrebbe; dovranno essere provvedimenti lungimiranti, sovra territoriali e concordati tra gli amministratori anche di diverse vedute politiche che riescano a capire che il problema della città vicina passa anche dalla pianificazione delle proprie infrastrutture.

Ma forse, tutto questo, è fantasia e continueremo a respirare le polveri più o meno sottili in cocktail con mille altre porcherie ma a piedi la domenica.

Grazie di nuovo per l'attenzione.
 

Stefano Piccoli  

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