Professionisti in cattedra alle Da Vinci di Nerviano per aiutare gli studenti a scegliere cosa fare “da grandi”
Le seconde e le terze della scuola Da Vinci hanno incontrato diversi professionisti per confrontarsi con loro su come scegliere la scuola superiore e sul mondo del lavoro
Professionisti in cattedra alla scuola secondaria di primo grado “Da Vinci” di Nerviano per aiutare gli studenti delle classi seconde e terze a scegliere cosa fare “da grandi”, riflettendo sulla scelta della scuola superiore da frequentare ma anche guardando più in là, ovvero al mondo del lavoro.
«Orientarsi, scegliere, determinare una strada. Non è semplice, soprattutto a 13 anni. Per questo, declinando in progetto le indicazioni ministeriali sull’orientamento, anche la scuola “media” ha aperto le porte al mondo del lavoro – spiega dall’istituto comprensivo -. Gli studenti di seconda e terza della scuola secondaria di primo grado di Nerviano hanno potuto così incontrare alcuni professionisti che, con dedizione e generosità, hanno messo a disposizione degli studenti il loro tempo e la loro professionalità».
«La convinzione di fondo del team di professori che ha guidato il progetto è che solo quando l’ideale diventa incontro, è possibile raccogliere indicazioni concrete per tracciare una strada – aggiungono dalla scuola -. I ragazzi, nel corso di diverse settimane, hanno dialogato con diverse professionalità: infermiere, ostetrica, avvocato, esponenti delle forze dell’ordine, giornalista, ingegnere, parrucchiere, fisioterapista, architetto, consulente finanziario, imprenditrice, educatori… Si è trattato di un momento molto bello di vita vera in cui con trasparenza e sincerità i “lavoratori” hanno condiviso la loro esperienza di vita – con qualche amarcord studentesco – con i ragazzi che, a loro volta, li hanno sorpresi con domande non scontate su come si può scegliere una strada».
«L’insegnamento più grande ricevuto è stato proprio nell’incontro – concludono dall’IC Nerviano -: vedere adulti che, gratuitamente, hanno dedicato il loro tempo a richieste semplici, eppure profondamente vere, ha realmente stupito e meravigliato i ragazzi. Tanti gli interrogativi che sono nati, ma tracciare una strada è anche questo: suscitare domande più che elargire risposte preconfezionate».
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