Cambia il rimborso ai pendolari Trenord. Un passo avanti per Regione, “una beffa” per viaggiatori e opposizioni
Il passaggio dal sistema "bonus" agli "indennizzi" è criticato per vari motivi, dalla definizione di cos'è un ritardo al meccanismo per ottenere rimborso. L'assessore Lucente dice che si sta ancora lavorando "specifiche regole di applicazione"
Un sistema di indennizzi meno esteso e anche più difficile da ottenere. I pendolari di Trenord sono – di nuovo – sul piede di guerra e questa volta al centro c’è il nuovo meccanismo di indennizzo, che sostituisce il vecchio “bonus” che era erogato in modo automatico per quelle linee che non raggiungevano il livello minimo di qualità del servizio, per puntualità e numero di treni soppressi.
Il nuovo meccanismo è «una beffa», dicono i rappresentanti dei pendolari, tra cui Manuel Carati della Milano-Gallarate e Andrea Mazzuccotelli dei pendolari Nodo di Saronno. La giunta Fontana «ha scelto di passare a un sistema molto meno favorevole per i cittadini, evidentemente perché poco interessata ai disagi quotidiani di chi viaggia sui treni regionali», accusa Samuele Astuti, consigliere Pd che si occupa di trasporti.
La genesi del nuovo sistema non è stata facile, l’ultimo atto formale è stato il passaggio con cui la giunta Fontana ha rivisto la quota di rimborso: Regione – spiega una nota dell’assessore ai trasporti Franco Lucente – «allinea percentualmente l’indennizzo a quanto previsto dal vecchio bonus per gli abbonamenti mensili (30%) estendendo la stessa percentuale anche agli abbonamenti annuali (in precedenza al 10%)».
Dietro il verbo allinea c’è una correzione di rotta per garantire almeno lo stesso livello del precedente sistema di “bonus”, anche se c’è un passo in avanti sugli annuali.
Cosa cambia rispetto a prima, nel passaggio da bonus a indennizzo Trenord?
Innanzitutto la definizione di treno in ritardo: nel calcolo della performance si prendono in considerazione le soppressione o le corse in ritardo, definite come quelle “che hanno accumulato più di 15 minuti di ritardo“, rispetto al precedente sistema che “contabilizzava” come ritardo i treni che arrivassero a destinazione con un tempo superiore ai 5 minuti oltre la tabella di marcia.
La richiesta di indennizzo a Trenord
Seconda novità – e secondo elemento critico, secondo opposizioni e pendolari – è che il sistema non è più automatico, per così dire, ma diviene a domanda individuale. Prima se ad esempio la linea Varese FN-Saronno-Milano risultava irregolare, il pendolare sulla tratta otteneva lo sconto in automatico al momento di acquistare l’abbonamento due mesi dopo. Il “risarcimento” arrivava un po’ dopo, ma senza passaggi intermedi.
Ora invece si deve presentare una richiesta con l’apposito form, con modulo cartaceo in biglietteria o attraverso posta certificata. L’indennizzo viene poi erogato in forma di voucher, valido per un anno dalla data di emissione, che però è anche utilizzabile per diverse tipologie di titoli di viaggio (per dire: una persona che ha preso il treno per un mese per lavoro ma non è pendolare, che ha comunque diritto all’indennizzo, potrebbe poi spenderlo per altri viaggi su diverse direttrici).
I pendolari e le opposizioni denunciano anche che il nuovo sistema di indennizzi esclude forme di risarcimento per i titolari di abbonamento Ivol, l’abbonamento flat “Io viaggio ovunque in Lombardia”.
Samuele Astuti è critico: «È vero che abbiamo ottenuto il ripristino al 30% del contributo, ma quanti pendolari non faranno richiesta o non riusciranno a farla?».
Rispondendo ad una interrogazione dei consiglieri Pd, l’assessore ai trasporti Franco Lucente ha concluso dicendo comunque che «sono attualmente in fase di definizione le specifiche regole di applicazione, ivi incluse possibili ulteriori forme di semplificazione della procedura di richiesta da parte degli utenti».
L’uso delle penali che Trenord paga a Regione
Il capogruppo del Movimento Cinque Stelle in Regione Lombardia, Nicola di Marco ha criticato anche l’uso penali che Trenord dovrà pagare alla Regione per il servizio irregolare: «Non finanzieranno il miglioramento del servizio, ma un non meglio specificato protocollo sicurezza».
Va detto però che l’assessore Lucente ha una versione diversa: sempre rispondendo al Pd ha scritto che le penali saranno usate proprio per finanziare l’aumento della quota di indennizzo dal 10 al 30%, come ha appunto stabilito la giunta.
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