Primaria di Sant’Ilario senza WiFi. E i bambini riempiono la cancellata di disegni per protesta
Il sindaco Daniela Colombo ha chiarito che l'attivazione del servizio è in corso ma ha anche parlato di strumentalizzazione degli alunni
“WiFi dove sei?”. “È ingiusto che non abbiamo il WiFi”. “Vogliamo il WiFi, perché in questa scuola non c’è?”. “WiFi per favore”. Parlano chiaro i disegni affissi sulla cancellata della scuola primaria di Sant’Ilario, frazione di Nerviano dove ormai da tempo non è disponibile la connessione WiFi: disegni che danno voce alla protesta dei giovanissimi studenti che vorrebbero anche per il loro plesso scolastico la stessa dotazione tecnologica delle altre scuole cittadine.
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La protesta ha suscitato reazioni nette anche sui social, tra cui quella del sindaco Daniela Colombo che ha chiarito come l’attivazione del servizio sia in corso ma ha anche parlato senza mezzi termini di strumentalizzazione degli alunni. «Questa protesta ci racconta molte cose: nel nostro Paese è ancora possibile esprimere liberamente un dissenso, un diritto sacrosanto che dobbiamo proteggere e rispettare ma, nella fattispecie, ritengo altrettanto importante porre l’attenzione su tempi, modi e contenuti della critica – sottolinea la prima cittadina -. Come comunicato qualche settimana fa, il comune ha implementato la fibra ottica fino agli istituti scolastici del territorio, dimostrando un impegno di risorse umane ed economiche di rilievo per garantire un ambiente educativo adeguato ai nostri giovani e migliorare le infrastrutture tecnologiche della nostra comunità. Il completamento consistente nella realizzazione della connessione WiFi all’interno delle scuole è di competenza dell’istituzione scolastica: l’attivazione del servizio è un processo in corso ed è già indirizzato con il coinvolgimento dei tecnici incaricati dalle scuole e con il supporto dell’ente».
«Ciò che mi preoccupa di più è la modalità utilizzata per la protesta – aggiunge Colombo -. Strumentalizzare i bambini di sette/nove anni e chiamarli a “testimoniare” attraverso disegni su una questione tecnica di cui non hanno consapevolezza, non è né giusto né educativo. Dobbiamo proteggere l’innocenza dei nostri bambini e rispettare il loro diritto a un’infanzia serena e spensierata e non possiamo permettere che vengano coinvolti in questioni che vanno oltre la loro comprensione per condizionare emotivamente l’opinione pubblica, piuttosto che affrontare la questione in modo adulto, costruttivo e razionale. Come sindaco e in quanto donna delle istituzioni, ritengo che le agenzie educative debbano accompagnare e stimolare i percorsi di cittadinanza attiva anziché alimentare una contrapposizione con qualsivoglia soggetto di riferimento, sia esso scolastico, amministrativo o politico. È fondamentale promuovere una collaborazione efficace e un dialogo responsabile per affrontare le sfide educative (non solo tecnologiche) con autorevolezza e per trovare soluzioni comuni che garantiscano il benessere e lo sviluppo dei nostri giovani cittadini e prepararli al domani».
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