Dalla prigionia nel lager alla benemerenza, il legnanese Luciano Mondini festeggia 100 anni
Prigioniero in un lager nazista in Germania, è sopravvissuto e ha continuato a dedicarsi al suo lavoro, per un periodo ne ha fatti due, e alla sua famiglia. L'intervista al benemerito centenario
Un cartello colorato di auguri al piano terra, palloncini sulle scale e un grande 100 color oro al centro del suo soggiorno. È un giorno importante al civico 6 di via Stoppani a Legnano. Il festeggiato è Luciano Mondini, cittadino benemerito legnanese e con lui ci sono parenti e amici. Il campanello continua a suonare anche se la festa vera e propria sarà sabato 16 marzo, il giorno dopo il suo centesimo compleanno: «Spero di avere sedie a sufficienza per accogliere tutti».
Sorride, grato di essere arrivato a questo importante traguardo ancora in forze e con una memoria di ferro, circondato dall’affetto dei suo cari. Eppure la sua vita non è stata sempre una passeggiata. Prigioniero in un lager nazista in Germania, è sopravvissuto e ha continuato a dedicarsi al suo lavoro, per un periodo ne ha fatti due, e alla sua famiglia.
Nato a Castellanza, e trasferitosi a Legnano, dove già lavorava in un’azienda tessile, a seguito del matrimonio con Jole, Luciano Mondini è stato arruolato nell’esercito durante la Seconda Guerra Mondiale. Era di stanza a Torino.
Cosa è successo dopo l’8 settembre?
Ero tornato a casa e una sera decisi andare a teatro ad assistere all’esibizione di un cantante. Era il mese di ottobre. All’uscita c’erano le camicie nere con i tedeschi. Mi hanno preso e portato a Vercelli. Fu un vero e proprio rastrellamento. Avevo 19 anni e con me c’erano tanti ragazzi della mia età; passati alcuni giorni ci hanno caricato su un carro bestiame e ci hanno portato in Germania, al Nord: sono rimasto in quel lager fino alla Liberazione.
Come è sopravvissuto?
Da buon commerciante la domenica mattina andavo a lucidare gli stivali di sotto ufficiali e ufficiali tedeschi: prendevo due sigarette come compenso e le vendevo per prendermi il pane. Era difficile stare in piedi con una sola razione di brodaglia a base di avena. Ho rischiato anche di andare in Russia, ci avevano già radunato per darci l’equipaggiamento che consisteva in mutandone di lana e maglie calde. Mi sono nascosto fino a quando è arrivato un nuovo ordine e ho firmato per restare a lavorare nel campo in Germania. Sono finito a scaricare carbone nella stazione vicina al lager, lo portavamo in una fonderia dove facevano le armi. Il 25 aprile del ’45 ci fu un fuggi fuggi generale. La ferrovia era stata bombardata e feci gran parte del mio viaggio di ritorno a piedi. Quando arrivai a casa pesavo 48 chili, ma fortunatamente riuscii a riprendermi in fretta.
Tornò subito a lavorare?
Mi sono diplomato alla scuola commerciale e a 14 anni ho iniziato subito a lavorare. Anche dopo la guerra mi sono dato da fare in fretta. Sono diventato direttore del comparto vendita nell’azienda tessile Saltex, che ai tempi aveva sede in via Vittoria, e lì sono rimasto fino alla pensione. Abbiamo vissuto un vero e proprio boom economico. Ricordo ancora quando vendevamo i corredi da sposa: 4 metri per le camicie da notte, due metri per le sottoveste e un metro per le mutande. Ho lavorato lì fino alla pensione anche se nel frattempo il mercato è cambiato. Per un periodo ho fatto anche un secondo lavoro in una officina, come contabile. Tornavo a casa, mangiavo alle 18 e poi andavo in ufficio.
È stato anche premiato come cittadino benemerito..
Il riconoscimento mi è stato attribuito dal Comune di Legnano nel ’65. Mi hanno premiato per il mio ruolo civile come membro della giuria popolare in un processo nei confronti di terroristi altotesini. Due di loro furono condannati all’ergastolo. Anche oggi, giorno del mio compleanno, ho ricevuto un bellissimo attestato dal sindaco di Legnano, Lorenzo Radice, che ha partecipato ai festeggiamenti con l’assessore Monica Berna Nasca.
Luciano, un’ultima domanda. Quale è il segreto per arrivare a 100 anni?
Io non mi sono mai arrabbiato con nessuno e ho sempre perdonato. Inoltre non ho mai fumato, non ho mai avuto mai stravizi e ho sempre mangiato regolare ai pasti. Certo non mi è mancata anche una buona dose di fortuna nella vita, che mi ha dato una moglie fantastica, rimasta al mio fianco fino a 5 anni fa, due figli meravigliosi, Ivana e Renato, nipoti e pronipoti. Sono anche un cattolico fervente e credo che la fede mi sia servita moltissimo.
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