La Franco Tosi chiede al PGT (anche) più flessibilità per le sue aree. E pensa ad un auditorium e ad un museo
Tra le richieste delle Tosi per il nuovo PGT anche la flessibilità nelle destinazioni d'uso, per «poter prevedere strutture in futuro oltre che di produzione anche di servizi all'impresa e di interesse culturale»
Dal “taglio” all’edificabilità fino alla viabilità interna alla ditta, passando per la perimetrazione degli ambiti di trasformazione che in un modo o nell’altro coinvolgo la fabbrica, le perplessità della Franco Tosi, storica realtà industriale legnanese il cui ramo d’azienda relativo alla gestione caratteristica è stato rilevato nel 2015 dal gruppo Presezzi, rispetto al nuovo PGT non sono un segreto.
Tanto che, come era ampiamente prevedibile, la proprietà dell’azienda ha presentato una lunga sequela di osservazioni al nuovo piano di governo del territorio, parlando senza mezzi termini di permanenza «minata dai piani attuativi lesivi per l’attività, inattuabili dalla proprietà». «È necessario – sottolineano i tecnici incaricati dall’azienda a conclusione delle richieste di modifica presentate – per l’azienda il mantenimento della stessa struttura, viabilità ed impianti, con la possibilità di poter agire puntualmente sui singoli edifici anche con trasformazioni radicali per le esigenze produttive attuali e future».
La novità, però, è che in coda alle osservazioni al nuovo strumento urbanistico la fabbrica ha chiesto anche flessibilità nelle destinazioni d’uso, con l’obiettivo dichiarato di «poter prevedere strutture in futuro oltre che di produzione anche di servizi all’impresa e di interesse culturale, estesa a tutto il comparto edificato oggi compreso nei piani AT5 e AT6». Nei piani della Franco Tosi, infatti, c’è «il rilancio dell’azienda sia a livello produttivo che di immagine internazionale», obiettivi che l’azienda intende perseguire anche con «la realizzazione in futuro di un auditorium ad uso interno o pubblico senza fini di lucro e di un museo dell’attività storica della Franco Tosi con luoghi aggregativi e di ristoro, oltre ad uno spazio riservato al tecnici esterni dell’impresa ad uso foresteria, all’interno delle volumetrie esistenti».
Intanto il consigliere comunale Franco Brumana del Movimento dei Cittadini ha indirizzato ai sindacati una lettera aperta sulla «necessità di salvare la Franco Tosi». «Sarebbe necessario – sottolinea Brumana – che da FIOM, organizzatrice dell’evento (il riferimento è alla presentazione del libro “Così si salva una fabbrica” di Luigi Crespi in programma per il prossimo 15 marzo, ndr), a tutela dei lavoratori della Franco Tosi e dell’indotto e nell’interesse dell’intera città, chieda al sindaco di cogliere l’occasione per impegnarsi pubblicamente a fare in modo che vengano revocate prima dell’approvazione le disposizioni del PGT che compromettono l’attività industriale».
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