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La battaglia di Parabiago “rivive” a 685 anni dai combattimenti: “Mettiamo fine alle guerre”

Per commemorare la battaglia di Parabiago è stata deposta una corona nella chiesa di Sant’Ambrogio della Vittoria alla presenza delle autorità

Parabiago celebra il 685° anniversario della battaglia combattuta nel 1339 nelle sue campagne con la deposizione di una corona nella chiesa di Sant’Ambrogio della Vittoria, alla presenza delle istituzioni cittadine, del cardinale Francesco Coccopalmerio e delle associazioni storiche che hanno promosso l’iniziativa, ovvero Parabiago Medievale, El Bigatt e Ordine dei Cavalieri di Legnano.

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685° anniversario della battaglia di Parabiago 4 di 10

La commemorazione della battaglia, costata la vita di 6mila soldati, è stata l’occasione per far rivivere uno degli eventi più salienti della storia cittadina e per un appello alla pace. «Il pensiero va immediatamente a coloro che sono morti in questa occasione – ha sottolineato il cardinale Coccopalmerio -, ma va anche spontaneamente alla battaglia, alla guerra. Papa Francesco dice spesso che in una guerra non ci sono perdenti o vincenti: non ci sono vittorie. Siamo qui a commemorare una vittoria, ma soprattutto a commemorare l’eroismo di tante persone che hanno creduto, che hanno dato la vita. Siamo qui a pregare che il Signore eviti d’ora in poi le guerre, che ponga fine a quelle che stiamo vivendo o, come dice Papa Francesco, alla terza guerra mondiale a pezzi».

«685 anni sono tanti, un’eternità se consideriamo i nostri tempi – ha aggiunto il sindaco Raffaele Cucchi -: questa deve essere un’occasione per ricordare, che ci sia da monito per il futuro e per i nostri giorni, in cui amministriamo e viviamo la nostra vita quotidiana. È importante tenere alto il ricordo dei fatti che si sono svolti a Parabiago perché possa esserci di insegnamento».

685° anniversario della battaglia di Parabiago

La battaglia di Parabiago

La battaglia di Parabiago fu combattuta il 21 febbraio 1339 nelle campagne attorno a Parabiago tra le truppe milanesi di Azzone Visconti, guidate dallo zio Luchino, e i ribelli della Compagnia di San Giorgio, guidati dallo zio Lodrisio, pretendente al titolo di Signore di Milano. Secondo quanto si legge sul sito dell’Ecomuseo, «la faida che portò alla battaglia affonda le sue radici negli anni precedenti, quando Azzone Visconti, unico erede del padre Galeazzo I, comprò il titolo di vicario di Milano dall’imperatore di Germania Lodovico il Bavaro: nel 1332 al suo governo si associarono gli zii Luchino e Giovanni Visconti e l’altro zio, Lodrisio, escluso, diede vita ad una serie di congiure per spodestare i tre creando un’armata chiamata Compagnia di San Giorgio.

Durante la battaglia per cogliere di sorpresa i nemici Lodrisio entrò a Parabiago da Canegrate, dal Sempione e costeggiando l’Olona. Al culmine della battaglia secondo la leggenda sarebbe apparso sul campo Sant’Ambrogio, spuntando a cavallo da una nuvola bianca, e avrebbe iniziato a frustare i soldati della Compagnia di San Giorgio. L’apparizione avrebbe dato coraggio alle truppe guidate da Luchino Visconti, che si avventarono sul nemico ed ebbero la meglio. Al termine degli scontri Lodrisio venne catturato e per ordine di Azzone fu rinchiuso nelle prigioni di San Colombano al Lambro.

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 21 Febbraio 2024
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