In bicicletta sulle strade della grande emigrazione italiana in Argentina
Il 26 febbraio Carlo Motta e Enzo Bernasconi, attivisti di Bici Pace residenti nel territorio dell'Alto Milanese partiranno in bicicletta per un altro viaggio di Pedali Solidali
Un viaggio a due sulle strade della grande emigrazione italiana in Argentina. Il 26 febbraio Carlo Motta e Enzo Bernasconi, attivisti di Bici Pace residenti nel territorio dell’Alto Milanese partiranno in bicicletta per un altro viaggio di Pedali Solidali.
L’obiettivo è quello di conoscere le storie dei connazionali emigrati oltreoceano : un numero enorme di persone pieni di sogni, aspettative, fatiche, successi e fallimenti. Si trattò di un vero e proprio esodo che portò oltre 2,5 milioni di italiani ad attraversare l’Oceano Atlantico facendo rotta su Buenos Aires in cerca di una vita migliore.
I due avventurieri nel loro pedalare incontreremo le associazioni dei discendenti di quegli italiani e tenteranno anche di dare un volto alla folla ricostruendo la storia di alcune famiglie lombarde. Conosceranno anche altre associazioni a partire dalle Madres de Plaza de Mayo alla squadra del Boca Junior, dall’ Academia Nacional de Tango ad alcune radio comunitarie.
Un viaggio speciale che percorreranno in sella a biciclette particolari con un telaio di legno, biciclette molto belle e resistenti costruite dall’artigiano di Parabiago Roberto Olgiati con Guglielmino Baroni, nella foto insieme al meccanico della ciclofficina sociale di Busto Garolfo (Pierangelo Colombo).
Di seguito una descrizione dettagliata del viaggio a cura di Carlo Motta
Siamo Carlo Motta e Enzo Bernasconi, facciamo parte di Bicipace (organizzazione che da oltre 40 anni promuove nell’alto milanese l’uso della bicicletta nel nome della pace e della solidarietà) e dal 26 febbraio al 24 marzo prossimi realizzeremo un viaggio in Argentina in Bicicletta.
Percorreremo una parte della mitica STRADA NAZIONALE 40, la strada più lunga dell’Argentina, una delle più lunghe al mondo. La Ruta Nacional 40, RN40, attraversa tutta l’Argentina da Nord a sud (partendo da La Quiaca, al confine con la Bolivia, sino ad arrivare alla Fine del mondo, a Capo Virgenes, a pochi km da Ushuaia, nell’estremo sud dell’America meridionale. Oltre 5000 km che costeggiano la cordigliera delle Ande e che viene chiamata la vena dell’Argentina
Percorreremo la RN 40 da San Carlos de Bariloche, la splendida regione dei laghi, per arrivare nella zona di Mendoza che ospita oltre mille aziende vitivinicole che si intrecciano con la migrazione europea, soprattutto italiana.
Da Mendoza ci spingeremo a Punte del Inca, limitare dell’impero incaico, e poi sino al passo Cumbre dove, a confine con il Cile, è posta la statua del Cristo redentor de los Andes. Ritornati a Mendoza andremo ad est, verso Alta Gracia, dove visiteremo il la casa museo di Che Guevara, che tra le tante altre cose fu il primo cicloviaggiatore argentino. Il museo
custodisce anche la bicicletta che Guevara utilizzò nel 1950 per un viaggio di oltre 4000 km tra le sconfinate province argentine e la Poderosa II, la moto Norton 500 che lo portò, assieme all’amico Alberto Granado, a conoscere la realtà del Sud America. Da Alta Gracia in poche decine di chilometri saremo a Cordoba, altra città simbolo della grande migrazione italiana; da li caricheremo le bici su di un bus che ci porterà sino a Buenos Aires
L’obiettivo di questo viaggio di Pedali solidali, a differenza di quelli realizzati negli anni scorsi, non è quello di raccogliere fondi per una causa solidale ma di ripercorrere una piccola parte di quelle strade che un enorme emigrazione tra il 1871 ed il 1915 ha portato in Argentina quasi due milioni di connazionali. Si calcola che oggi quello italiano sia il gruppo etnico più popoloso del paese sudamericano con oltre 20-25 milioni di persone. Anche la nostra zona contribuì in maniera fondamentale a quell’esodo biblico. Tra il 1880 ed il 1920 dei 30.000 abitanti del Mandamento di Cuggiono (Arconate, Buscate, Busto Garolfo, Castano Primo, Cuggiono, Dairago, Inveruno, Magnago, Nosate, Robecchetto,
Turbigo, Vanzaghello e Villa Cortese) in oltre 12.000 si imbarcarono in veri e propri viaggi della speranza attraversando l’Atlantico in cerca di una vita migliore.
Non andremo quindi alla ricerca dell’Argentina romantica descritta da Chatwin ma piuttosto punteremo le nostre ruote sulle tracce di quei migranti quasi sempre allo sbaraglio, in fuga da repressione, povertà, fame e guerre. Ricordare che anche noi siamo stati emigranti può aiutare ad osservare l’oggi in maniera più disincantata. Sarà un viaggio pieno di incontri: le Associazioni di italiani e lombardi delle città che attraverseremo, semplici cittadini discendenti da migranti della nostra zona (di cui cercheremo di ricostruirne la storia), Associazioni di ciclisti, Associazioni sindacali e
popolari; una fra tutte quella delle Madres de Plaza de Mayo.
Durante il nostro lento andare incontreremo anche alcune Radio, un mezzo di comunicazione molto utilizzato in Argentina. Le emittenti che andremo a trovare fanno parte di una rete di Radio Comunitarie ovvero costituite e gestite da cooperative,
associazioni popolari, che danno spazio alle istanze di base convinti che l’informazione libera sia condizione indispensabile per lo sviluppo democratico della società. A queste radio porteremo anche l’amicizia di Radio Popolare di Milano, sponsor di questa nostra esperienza
Quando arriveremo nella capitale incontreremo anche i tifosi del Boca junior e la storiadella loro squadra di calcio che vanta un numero elevatissimo di vittorie in tutte le competizioni. La squadra nata nel 1905 a La Boca, un quartiere povero di Buenos Aires con un’altissima percentuale di “tanos”, come venivano chiamati gli immigrati italiani, fu
fondata da sette giovani, cinque genovesi e due lucani che come dote avevano solo un gran desiderio di riscatto ed un pallone per giocare. Ancora oggi i tifosi del Boca sono chiamati “los xeneizes”.
Sempre a Buenos Aires, quartiere popolare di Remedios de Escalada, zona Lanus, andremo a conoscere il lavoro del l’associazione Pupi che assieme a Intercampus (associazione no profit dell’Inter) offre ad oltre 200 bambini della zona uno spazio concreto di crescita: pasti, attività ricreative, educative e sportive, uno spazio compiti. Subito dopo passeremo anche dall’Academia nacional del tango così da provare ad incrociare le nostre gambe sia con calciatori in erba che ballerini professionisti.
Durante tutto il percorso percorreremo strade e attraverseremo luoghi che hanno visto e vedono sogni e miserie, utopie e tormenti:viaggeremo in bici perché ci piace ma soprattutto perché questo viaggio, più di altri, merita di essere percorso con un andare leggero, delicato e rispettoso come solo la bicicletta sa fare. Questa volta ci sarà una novità anche in merito alla bicicletta che utilizzeremo perché la nostra due ruote avrà il telaio completamente in legno: leggero, robusto ed esteticamente armonioso ed affascinante.
Per provare a dare un senso a questa scelta nell’era dove abbondano biciclette in fibra di carbonio e titanio prendo in prestito le parole del costruttore, Roberto Olgiati, di Parabiago (www.telaiolgiati.com) : “…da migliaia di anni il legno accompagna l’uomo nella sua evoluzione: è ancora nelle sue case, suona ancora la sua musica ed abbellisce e migliora
la sua esistenza”. E ancora, “Grazie a tecniche costruttive innovative ed a sapienti scelte di essenze legnose diverse tra loro, frutto di continue sperimentazioni, produciamo telai che vantando caratteristiche meccaniche eccezionali, fanno letteralmente… innamorare”.
Si, è proprio così, siamo stati letteralmente sedotti da queste biciclette e ci è venuta voglia di pedalarle in giro per il mondo portando anche in Argentina un’eccellenza dell’artigianato lombardo. Ulteriore valore viene dato dal fatto che le biciclette verranno montate in tutte le sue parti meccaniche dalle due Ciclofficine popolari che operano in zona, quelle di Busto Garolfo e Legnano, che lavorano per riportare a vita nuova biciclette usate mettendole a disposizione di chi ne ha più bisogno (una parte dei soldi necessari per l’acquisto del materiale necessario per allestire le biciclette -ruote, freni, trasmissione, ecc- ci è stata donata dalla Banca di Credito Cooperativo di Busto Garolfo e Buguggiate).
Viaggiare in bicicletta non è il modo più veloce di andare, si va piano, è vero ma, come dimostrano i viaggi che abbiamo compiuti negli anni, si può andar davvero lontano. E poi, si incontra un sacco di gente simpatica!
Carlo Motta
In Namibia in bicicletta: il viaggio solidale di Carlo Motta, pensionato di Cuggiono
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.