Progetto Mameli a Legnano, con Avis al via lo studio sulla qualità dell’aria e la salute
Lo studio voluto dalla legnanese Valentina Bollati intende identificare le relazioni tra fattori ambientali, stile di vita e benessere generale. L'obiettivo in questa prima fase è quello di reclutare almeno 200 persone
Con Avis prende il via a Legnano il Progetto Mameli per identificare le relazioni tra fattori ambientali, stile di vita e benessere generale. Studio voluto, dalla legnanese Valentina Bollati, professore associato del dipartimento di scienze cliniche e di comunità dell’università degli studi di Milano, per capire i meccanismi epigenetici (quelle modificazioni nell’espressione dei nostri geni che non prevedono un’alterazione della composizione in basi del DNA) che mediano l’effetto dell’esposoma sulla salute. Da lunedì 5 febbraio l’associazione volontari Italiani del Sangue proporrà ai suoi associati di aderire all’iniziativa. L’obiettivo è quello di coinvolgere in questa prima fase almeno 200 persone.
I VOLONTARI AVIS INTERESSATI
Coloro che manifesteranno la volontà di partecipare allo studio saranno invitati a presentarsi nella sede AVIS l’ultimo sabato del mese di febbraio, ossia la mattina del 24 febbraio. «Da quel momento in poi diventeranno ufficialmente soggetti partecipanti al Progetto Mameli. A tutti loro saranno spiegate dettagliatamente tutte le procedure che dovranno seguire». Ovviamente il reclutamento procederà nei mesi a seguire, indicativamente gli ultimi due sabati mattina di ciascun mese (ma su questo punto ci riserviamo anche di capire come andrà l’affluenza).
I volontari riceveranno un braccialetto (FitBit) per registrare il battito cardiaco e la sua variabilità, la qualità del sonno e il livello di attività fisica. Il donatore dovrà inoltre attivare un’app che raccoglierà quotidianamente informazioni sul consumo di acqua o alcool, il fumo e l’umore attraverso domande rapide durante il giorno. Con l’attivazione della funzione GPS sul cellulare, che registrerà la posizione del donatore, sarà inoltre possibile conoscere l’esposizione all’inquinamento dell’aria e identificare la permanenza in aree verdi piuttosto che in zone molto trafficate.
MONITORAGGIO DEL VOLONTARIO
Rapidamente, i volontari saranno chiamati, nelle due settimane precedenti il loro appuntamento di donazione, a utilizzare una APP che verrà installata sul loro cellulare e che è necessaria alla raccolta di informazioni che comprendono: dieta e transito intestinale; consumo di acqua e alcol; fumo di sigaretta; umore e benessere psicologico. Sempre in queste due settimane precedenti la donazione, al volontario verrà chiesto di indossare un dispositivo Fitbit di sua proprietà che monitorerà: frequenza cardiaca e variabilità; qualità del sonno; livello di attività fisica per due settimane consecutive; geolocalizzazione; livelli di saturazione di ossigeno; temperatura cutanea.
La tutela della privacy è un punto cardine per i ricercatori di Mameli. «Al volontario verrà anche chiesto, qualche giorno prima della donazione, di compilare un questionario online che riceverà tramite mail. Il giorno della donazione verranno raccolti invece sangue, urine e un tampone nasale. Il cittadino ripeterà poi questa procedura a distanza di 6 mesi. Abbiamo fissato quindi come prima data utile per la raccolta del materiale biologico (in concomitanza alla donazione) il 18 marzo».
IL PROGETTO MAMELI
Il progetto coinvolgerà 6.200 residenti in città durerà complessivamente cinque anni, ma i cittadini saranno impegnati in maniera diretta per due settimane. «Con l’auto di tutti intendiamo mappare la metilazione degli elementi ripetuti per tracciare gli effetti dell’esposoma sulla salute umana».
I risultati ottenuti dalla Coorte Mameli saranno fondamentali per rispondere ad alcune domande come per esempio quanto la qualità dell’aria e l’ambiente che ci circonda influenza il nostro stato di salute? E quali sono i fattori che influenzano negativamente o positivamente il nostro DNA?Queste informazioni potranno essere utilizzate per sviluppare strategie di prevenzione e migliorare la salute pubblica. Per informazioni sul progetto e per visualizzare il suo stato di avanzamento è possibile consultare il sito internet https://mameli.unimi.it/
Legnano diventa un “laboratorio vivente” con il progetto Mameli
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