47 anni senza Luciano Re Cecconi, Nerviano e la Lazio ricordano il loro “angelo biondo”
Quarantasette anni dopo la morte di Luciano Re Cecconi, tante manifestazioni di affetto dai cittadini di Nerviano e dai tifosi biancocelesti
È la sera di martedì 18 gennaio 1977. Luciano Re Cecconi, campione della Lazio nativo di Nerviano – che alla sua memoria avrebbe poi dedicato il centro sportivo tra via Sant’Anna e viale Kennedy – entra in una gioielleria di via Nitti con due amici, il compagno di squadra Pietro Ghedin e il profumiere Giorgio Fraticcioli, che proprio lì avrebbe dovuto consegnare alcuni flaconi di profumo. Una volta entrato, il calciatore viene colpito al petto da un colpo di pistola, cade sul pavimento e muore poco dopo all’Ospedale San Giacomo a soli 28 anni. Le prime ricostruzioni parlano di uno scherzo finito male, ma quattro decenni e una sentenza definitiva dopo i dubbi su quello che accadde quella sera sono ancora tanti.
Quarantasette anni dopo, a ricordare Luciano Re Cecconi hanno pensato le tante manifestazioni di affetto dei cittadini di Nerviano e dei tifosi biancocelesti, che hanno voluto omaggiare l’Angelo biondo sui social, e anche la sua Lazio: «Quarantasette anni fa ci lasciava Luciano Re Cecconi, centrocampista della Lazio dal 1972 e Campione d’Italia con l’Aquila sul petto nella stagione 1973/74 – le parole della società -. Scomparso prematuramente a soli 28 anni, l’Angelo biondo resterà per sempre nei cuori di tutti i tifosi laziali e, ancora oggi, il suo ricordo è più che mai vivo».
Già poche settimane fa, in quel 1° dicembre che avrebbe segnato il suo 75° compleanno, la SS. Lazio lo aveva ricordato raccontando «i primi calci nell’Aurora Cantalupo, per passare alla Pro Patria, squadra con la quale esordisce in Serie C a 20 anni» e poi l’esperienza a Foggia con quel Maestrelli che lo porterà anche alla Lazio. «Per alcuni CeccoNetzer , per via della somiglianza con il centrocampista tedesco Günter Netzer, per altri era “Il saggio” – aveva sottolineato la società -, per tutti i tifosi biancocelesti “L’angelo biondo”».
Nel 2022, in occasione del 45° anniversario dalla sua scomparsa, la maglia numero 17 con cui aveva disputato il Mondiale del 1974 in Germania era stata donata dal figlio Stefano al Museo del Calcio di Coverciano, dove tuttora fa bella mostra di sé.
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