Chiesa Santi Martiri di Legnano affollata oggi pomeriggio, 3 gennaio, per l’ultimo saluto cristiano a Virginio (Gigi) Poretti, past gran maestro del Collegio dei capitani e delle contrade, ma anche imprenditore, dirigente sportivo, artista.

Il mondo del Palio gli ha riservato tutti gli onori di past gran maestro, con la presenza del gran maestro in carica Raffaele Bonito e di tutti i capitani; la bara circondata dai gonfaloni compresi quelli del Collegio e della Famiglia Legnanese; tra i banchi in prima fila anche la vice sindaco Anna Pavana e Jody Testa in rappresentanza della Famiglia Legnanese.

Nell’omelia, il parroco don Walter Zadda nel ricordare la figura di Poretti, ha citato tanti aspetti della sua vita «carica di momenti di speranza e di dedizione agli altri. Un uomo, Gigi – ha proseguito il sacerdote – esemplare nell’aver saputo mettere insieme persone  per qualcosa di bello e di grande. Ha sempre vissuto perchè la città fosse luogo di accoglienza e di solidarietà».

Il saluto dell’amico fraterno Vittorio Frascoli ha poi raccolto i presenti in un momento di profonda commozione. Ricordati i 65 anni di amicizia, intensa e indivisibile, quelli trascorsi con le rispettive famiglie, ecco il passaggio più caro riferito alla comune passione per il Palio: «In contrada ci siamo divertiti anche senza tutte le possibilità che ci sono adesso. Erano altri tempi. Noi abbiamo fatto Palio in modo semplice e genuino. Ma quando abbiamo voluto vincere, l’abbiamo fatto alla nostra maniera. Era il Palio del 1997. La contrada lo ricorda ancora adesso come un capolavoro che ha fatto la storia della Flora. Nel ricordare le vittorie qualche data sfugge, ma quella del 97 non si dimentica mai».

«Quando ti ho chiamato al Legnano calcio, ti sei subito offerto come sponsor e io so bene l’impegno con cui l’hai fatto – ha proseguito Frascoli -. In Collegio, da gran maestro hai aperto le porte del Castello, sei stato ricevuto da Papa Giovanni Paolo Secondo e hai portato il Palio a New York. Se ci siamo andati è stato merito tuo. Ma tu, Gigi, non hai mai voluto farlo sapere. Eri così. Buono e disponibile in tutto quello che facevi. Ma mai dirlo in giro. Sei stato un vero benefattore. Ma tu non hai portato il Palio solo a New York. Tu l’hai portato nel cuore di tante persone che venivano in contrada o in Collegio. Sapevi trasformare la loro curiosità in interesse e passione».

«Sono davvero contento di esserti stato amico. Adesso, Gigi, mi mancherai. Così come sta mancando a tutti la tua Marisa. Anche lei ci ha lasciati troppo in fretta – ha concluso l’amico Frascoli -. Cercherò di ricordarti come nell’ultima festa di Natale in piazza. Un po’ stanco, eppure sorridente e felice di aver fatto felici gli altri. Ciao, Gigi».

Da La Flora un saluto coinciso con il motto di contrada: «Sia seme la virtù, vittoria il fiore».

Virginio Poretti riposa con i suoi cari nel cimitero di Arconate.