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Coppa Davis ’76, quando Panatta sfidò Pinochet

Nella finalissima di Santiago del Cile, in occasione del primo successo azzurro, Panatta e Bertolucci scelsero di indossare due magliette rosse: un affronto al dittatore che era al potere da tre anni

panatta

Mentre tutta Italia festeggia la Coppa Davis e la passione per il tennis sembra aver conquistato l’intero Stivale, tanti sono i rimandi alla precedente vittoria. Nella finalissima del 1976 Adriano Panatta e Paolo Bertolucci a Santiago del Cile ebbero la meglio (insieme a Corrado Barazzutti e Tonino Zugarelli) sugli atleti locali con un match passato alla storia per meriti sportivi, ma non solo.

Prima della partenza in Italia il dibattito sulla finalissima divise l’opinione pubblica: in Cile era al potere Pinochet, che tre anni prima, con un colpo di stato aveva preso il potere con la forza, trasformando la nazione in una dittatura e portando alla morte il presidente Salvador Allende. Dall’America Latina giungevano notizie sulla repressione attuata dal dittatore contro gli oppositori, sulle migliaia di uccisioni, sanguinosi arresti e sparizioni. Recarsi in Cile avrebbe voluto dire, in un certo senso, legittimare il governo cileno, mentre non partire avrebbe regalato la vittoria a tavolino al Cile. (foto: dal web)

Cosa fare? Mentre il governo italiano, guidato da Giulio Andreotti e dalla Dc, si defilò dalla decisione, lasciando alla Federazione Italiana Tennis la facoltà di scegliere, per le strade numerose manifestazioni chiedevano agli atleti di non partire.

Anche in Parlamento le forze politiche si interrogarono sulla questione, fino a quando Enrico Berlinguer , leader del PCI, inizialmente contrario si espresse a favore della partenza: l’invito fu quello di puntare i riflettori sulla dittatura cilena, andando a giocare per esprimere vicinanza al popolo cileno e ricordare al mondo intero cosa stesse avvenendo in quello stato. Una dichiarazione che smosse i meccanismi decisionali e indusse tanti opinionisti contrari a riflettere.

La nazionale azzurra partì e, nella finale, Adriano Panatta convinse il compagno di squadra Bertolucci a indossare una maglietta rossa. Solo nell’ultimo set i due italiani tornarono ad indossare i colori ufficiali. Ma intanto il gesto aveva scardinato un tabù: una provocazione decisa verso Pinochet, un gesto simbolico che fece tanto discutere, ma che restò scritto nella storia, così come la vittoria del 1976 dell’Italia, che da ieri, grazie al trionfo di Sinner e compagni si è fissata nel cuore di tutti i tifosi italiani. E non solo.

Sinner guida l’Italia: dopo 47 anni la Coppa Davis torna azzurra

Tante le ricostruzioni di cosa avvenne a Santiago del Cile, fra video, podcast e musica. Per approfondire la storia delle magliette rosse sono disponibili:

-il documentario di Mimmo Calopresti “La maglietta rossa

-il brano musicale dei Modena City Ramblers “Due magliette rosse

-Il podcast di Federico Buffa firmato Sky “Coppa Davis ’76 (L’altro cammino di Santiago)

Redazione
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Pubblicato il 27 Novembre 2023
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