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Violenza sulle donne: aumentano i casi tra le giovanissime, ma c’è più consapevolezza

Se da una parte preoccupano le giovani vittime dall'altra rincuorano i numeri in aumento rispetto alle donne vittime di violenza psicologica che sono in aumento

Foto generiche violenza sulle donne

Di violenza contro le donne se ne parla più di ieri, ma cosa manca se tre le vittime ci sono sempre più giovani tra i 18 e i 25 anni? Qual è il messaggio sbagliato? A chiederselo sono le operatrici di Auser Filo Rosa del Centro Antiviolenza di Legnano. La percentuale di giovanissime che bussano alla porta dello sportello è piccola rispetto a quella riguardante la fascia di età tra i 40 e i 60 anni (50%), ma «quel 13% di ragazze, anche studentesse, è un dato su cui riflettere». Ad affermarlo è stata Simona Grunelli di Auser Filo Rosa che, durante la presentazione degli eventi programmati per la Giornata contro la Violenza sulle donne, ha tirato un bilancio delle attività svolte durante l’anno. Se da una parte preoccupano le giovani vittime dall’altra rincuorano i numeri in aumento rispetto alle donne, soprattuto vittime di violenza psicologica, che sono in aumento «Un segnale di crescente consapevolezza».

In un anno il centro ha registrato oltre mille contatti di donne in cerca di aiuto. Ma sono stati 159 gli accessi di cui 113 prese in carico di queste 55 hanno svolto una consulenza legale, 33 hanno chiesto un supporto psicologico e 21 entrambi i servizi. Otto donne, da gennaio ad ottobre, sono state collocate in una struttura protetta (rischio elevato). «Un altro fattore positivo sta nel costatare l’aumento delle donne che arrivano da noi su segnalazione di psicologi o psichiatri – spiega Grunelli -. Ciò ci fa capire quanto sia importante la formazione continua anche tra i servizi del territorio. In questo mondo diamo a tutti gli strumenti per intercettare chi ha bisogno. Nel contempo restano importanti le attività nelle scuole e il coinvolgimento di giovani per cercare di sensibilizzare sul tema ed educare al rispetto».

L’uomo violento chi è?

Il maltrattante è per lo più italiano. Già proprio così. «Il problema è prevalentemente italiano – afferma Grumelli -. La vittima può essere sud americana, oppure asiatica o dell’est. L’uomo violento per l’81% dei casi trattati è della penisola. Per il 50% è il convivente o il marito, ma c’è anche il 32% di uomini che non accettano la separazione e continuano a perseguitare la ex moglie o fidanzata». Il tema è ampio per questo è stato organizzato un incontro per parlare di uomini violenti e minori vittime di violenza assistita. L’evento rientrante nel calendario per la Giornata contro la violenza sulle donne è “Violenza di genere oggi: un tema solo al femminile?” e si terrà martedì 21 novembre a Palazzo Leone da Perego.

La vittima non ha un profilo definito

Donne di tutte le età, italiane e straniere. Sono anche istruite e laureate. Forse l’unico comun denominatore potrebbe essere il lavoro povero, oppure il controllo da parte dell’uomo padrone delle finanze. Ci sono madri con figli che giustificano il marito «dopotutto è un buon padre», oppure con la paura di perdere i propri piccoli. E poi ci sono donne intrappolate dai sentimenti: «Non è cattivo, mia ama a modo suo». Il percorso per uscire da quest’amore malato è lungo. Prima ci vuole la consapevolezza di trovarsi in una situazione sbagliata. Ci vogliono anche le informazioni giusti per capire come agire e qui entrano in gioco gli specialisti del Centro che offrono servizi gratuiti come una consulenza legale o psicologica. «Denunciare non è mai un passo facile – spiega – Una donna si sente indifesa: chi la protegge? È una scelta complessa anche accettare di entrare in un percorso protetto: la vittima viene isolata dal suo contesto sociale è costretta a ricominciare tutto da capo per ritornare a vivere. Ed è una via lunga e difficile».

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 24 Novembre 2023
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