PGT a Legnano: “”Mai nella storia della città si è cercato di adottarlo in una sola seduta”
Stefano Quaglia (esponente dell' Osservatorio civico) , con alle spalle quattro mandati di consigliere comunale tra PD e Legnano Futura, commenta gli ultimi sviluppi nella adozione del PGT e ricorda le tre sedute nel 2011 contro la sola prevista questa volta
“Non posso che sperare che questo consiglio comunale se ne vada a casa al più presto!”. E’ estremamente severo Stefano Quaglia (esponente dell’ Osservatorio civico) , con alle spalle quattro mandati di consigliere comunale tra PD e Legnano Futura, nel suo commento al percorso che il nuovo PGT di Legnano sta facendo tra polemiche mediatiche, abbandoni di aula consiliare da parte delle minoranze, tensioni in commissione (l’ultima proprio questa sera, giovedì 9 novembre).
In una lunga e dettagliata lettera in redazione, Quaglia si lancia in giudizi di peso sul comportamento della maggioranza.
“Mai nella storia della città si è cercato di adottare in una sola seduta uno degli atti più importanti, che andrà a influenzare il futuro di Legnano nei prossimi decenni. Mai vista così tanta superficialità nel decidere il futuro di Legnano!”, un passaggio della nota. “Adottare in fretta e furia un PGT riducendo il dibattito fino quasi ad eliminarlo, come se fosse una banale ratifica, è un atto di disprezzo verso i cittadini: non ci state rappresentando!”, un altro, tra i più severi, come quello con il paragone al 2011, quando il PGT venne adottato in tre sedute, contro l’unica prevista settimana prossima.
Egregio Direttore,
su questa amministrazione comunale ogni legnanese ha una sua opinione, che ha il diritto di esprimere con correttezza come meglio crede: una verità non esiste, del resto in politica ognuno ha la sua verità.
Troppo spesso si dimentica che l’organo più importante del comune è il consiglio comunale: lì siedono gli eletti dai cittadini, che i consiglieri hanno il dovere di rappresentare. E’ in questa assemblea civica che dovrebbe, ripeto dovrebbe, nascere e svilupparsi il confronto politico della città. Il consiglio comunale ha poteri di controllo e di indirizzo politico amministrativo, tant’è vero che può mandare a casa il sindaco e la giunta.
Sulla base di considerazioni su questa consigliatura iniziata nel 2020, che ho motivo di ritenere siano condivise da molti legnanesi, vorrei esprimere con preoccupazione un’opinione fortemente negativa su questa amministrazione comunale. Semplicemente perché il consiglio comunale di Legnano, organo più importante di Palazzo Malinverni, ha abdicato dai suoi compiti.
C’è da chiedersi dov’è finito il confronto politico, in un’aula in cui gli interventi spesso si basano su invettive personali, dove si vedono dei consiglieri che rappresentano più se stessi e le loro idee personali o al più di qualche gruppo extra-politico, invece che rappresentare i legnanesi e delle forze politiche.
Quale controllo sta esercitando e quali indirizzi politici sta indicando un consiglio che spesso diventa un luogo di mera ratifica di decisioni prese da altri? La cartina di tornasole è l’adozione del Piano di Governo del Territorio: mai nella storia della città si è cercato di adottare in una sola seduta uno degli atti più importanti, che andrà a influenzare il futuro di Legnano nei prossimi decenni. Mai vista così tanta superficialità nel decidere il futuro di Legnano!
Signore e signori consiglieri, non abbiate paura a tirar tardi in consiglio comunale, nessuno vi ha obbligato a candidarvi, ora che siete in quell’aula a rappresentare tutti noi legnanesi dovete riunirvi spesso e a lungo per confrontarvi, e non solo quando ci sono delibere in scadenza da approvare. E’ difficile e impegnativo, ma questa è la democrazia, per questo siete stati eletti.
Adottare in fretta e furia un PGT riducendo il dibattito fino quasi ad eliminarlo, come se fosse una banale ratifica, è un atto di disprezzo verso i cittadini: non ci state rappresentando!
Rimanendo convinto che l’abbandono dell’aula consiliare sia una forma di protesta estrema, non posso che comprendere quei consiglieri che, calpestati nel loro ruolo da chi non vuole il confronto e usa la democrazia come una clava, scelgono di non partecipare alle sedute.
Diceva don Milani che l’obbedienza non è più una virtù.E forse vale anche in politica, quando ubbidire porta a non fare gli interessi dei cittadini. Non posso che sperare che questo consiglio comunale se ne vada a casa al più presto!
Stefano Quaglia
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