Ancora scintille al processo al docente del Maggiolini, l’imputato: “Io estraneo a tutte le accuse”
In aula l'esame dell'ex consigliere comunale di Legnano, che ha fornito una rilettura dei fatti di cui è chiamato a rispondere diametralmente opposta a quella tratteggiata dalla Procura
Ancora scintille nelle aule del Tribunale di Busto Arsizio per il processo che vede imputato Alfonso Cocciolo, ex consigliere comunale di Legnano e docente dell’ITET Maggiolini di Parabiago, chiamato a rispondere di usura, corruzione e abuso di ufficio in un processo che vede coinvolti anche altri sei imputati, alcuni dei quali sottoposti all’esame proprio giovedì 21 settembre, in un’udienza aperta da una testimonianza da Tallin.
La versione di Cocciolo
A farla da padrone nell’udienza di oggi è stato l’esame dello stesso Cocciolo, al quale il sostituto procuratore che ha coordinato l’inchiesta, Ciro Caramore, ha deciso di non rivolgere nemmeno una domanda. Incalzato dal suo difensore, l’avvocato Roberto Grittini, l’imputato ha fornito al collegio giudicante, presieduto dal giudice Rossella Ferrazzi, una rilettura dei fatti di cui è chiamato a rispondere diametralmente opposta a quella tratteggiata dalla pubblica accusa.
Di domanda in domanda, l’ex consigliere comunale ha ricostruito – non senza qualche scambio acceso con la presidente del collegio di fronte alle richieste di chiarimenti – i rapporti che lo legavano tanto alle presunte vittime dei reati che gli vengono contestati, quanto agli altri imputati. Respingendo ogni addebito sia per quanto riguarda le procedure per l’affidamento della fornitura di beni e servizi all’istituto scolastico («Facevo parte dell’ufficio tecnico, ma non avevo il potere di acquistare beni per la scuola», ha sottolineato Cocciolo, ribadendo l’assenza di «decreti di nomina» in qualsivoglia commissione per gli acquisti), sia per quanto riguarda l’usura.
Su quest’ultimo punto, in particolare, il docente ha negato di aver mai prestato soldi in cambio di corresponsione di interessi: i fatti che oggi gli vengono contestati sarebbero invece aiuti che ha concesso a persone con cui aveva dei rapporti di natura professionale di lunga data, in alcuni casi sfociati in amicizia. Anzi, Cocciolo stesso in alcuni casi si sarebbe «impaurito» per i rapporti intrattenuti da una delle sue presunte vittime. L’ex consigliere comunale si è anche detto convinto di essere stato a sua volta vittima di un “accanimento” durante le indagini.
Sfilata di politici legnanesi sul banco dei testimoni
In aula anche volti noti della politica legnanese, come l’ex coordinatrice cittadina di Forza Italia Mariangela Monticelli e l’ex consigliera comunale Daniela Colombo, chiamate dalla difesa di Cocciolo a dare conto di quando e come a suo tempo sono venute a conoscenza delle indagini che coinvolgevano l’architetto. Informazioni emerse, come hanno raccontato le due testimoni, ai tempi della campagna elettorale per le elezioni amministrative del 2017, tra i gazebo in piazza o al momento della formazione delle liste, quando diversi altri esponenti politici, da candidati sindaci a esponenti di spicco dei partiti, sarebbero già stati a conoscenza che «Cocciolo era sotto la lente della Finanza» e che avrebbe poi avuto «problemi».
Il prossimo passaggio in aula sarà il 12 ottobre, in un’udienza che potrebbe essere decisiva: ascoltati gli ultimi testimoni, infatti, si passerà alla discussione, chiudendo il dibattimento.
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