Il Ferragosto alla Casa della Carità di Legnano, un pranzo completo per 90 persone
In leggero incremento gli ospiti giornalieri. Tra i commensali tanti sudamericani, in fuga da paesi in crisi
Pasta al pomodoro, polpette al sugo, contorno di carote, dolce e macedonia. Anche il 15 agosto ai commensali della mensa dei poveri della Casa della Carità di Legnano è stato servito un pasto completo e gustoso preparato dai volontari impegnati anche il giorno di Ferragosto impegnati (a turnazione) a cucinare e servire pietanze per chi non ha un tetto o si trova in difficoltà economica. «Non abbiamo pensato ad un menù speciale per la festa – spiega Paolo Evalli, responsabile della Casa della Carità -, ogni pranzo, 365 giorni l’anno, viene preparato dai nostri volontari con cura cercando di offrire portate buone e nutrienti. Quest’anno abbiamo festeggiato i 20 anni di attività durante i quali la nostra cucina è sempre rimasta aperta, Pasqua e Natale compresi». A tavola per il pranzo di metà agosto sono arrivate una novantina di persone, quelle che giornalmente bussano alle porte della mensa di via Santa Teresa. Otto i volontari impegnati tra sala e cucina muniti di grembiule e sorriso d’ordinanza.
Circa la metà dei commensali proviene dal territorio, mentre gli altri arrivano da fuori e sono prevalentemente extracomunitari: «Non siamo ai livelli di Milano – spiega Evalli – , dove si osservano code lunghissime all’Opera di San Francesco per la distribuzione dei sacchi alimentari, ma anche noi stiamo registrando un incremento di 4-5 ospiti al giorno, rispetto alla nostra media di 80-85 commensali. Stanno bussando tanti sudamericani, in fuga da Paesi in crisi con visti turistici e bambini al seguito. Trovano ospitalità da parenti ma non hanno possibilità economiche e necessitano di un pasto caldo».
In totale gli utenti tesserati sono 1.800, anche se la presenza degli ospiti è molto variabile in quanto alcune persone si spostano per trovare fortuna e lavoro altrove: è vero che le nostre imprese cercano personale ma quasi sempre è richiesta manodopera specializzata – riflette Evalli -. Purtroppo, per mancanza, prevalentemente, di una formazione adeguata, è difficilissimo fare incontrare domanda e offerta di lavoro»
“MENO MALE CHE C’È QUESTA MENSA”
In un tavolo in fondo alla sala incontriamo un gruppo quattro italiani. Vivono in città ma tra lunghi periodi di disoccupazione e lavori precari riescono a malapena a pagare affitto e bollette: «Io frequento la mensa da due anni circa – ci dice un commensale – in questo momento sto lavorando ma esco da un lungo periodo di disoccupazione. Questa mensa è per noi di grande aiuto e si mangia molto bene. Il costo della spesa è diventato insostenibile». Difronte a lui c’è un uomo più giovane. Anche lui frequenta la mensa da diversi anni: «Il reddito di cittadinanza mi bastava giusto per pagare l’affitti, ora l’hanno tolto e non conosco ancora cosa mi spetta. Meno male che c’è questa mensa».
La Casa della Carità di Legnano assiste anche 11 profughi ucraini ospitati nella parrocchia dei Frati e all’Olmina impegnati in corsi di Italiano.
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