Chi sono i malati del reparto di Medicina a Legnano? L’analisi del primario prof. Mazzone che esalta gli infermieri “veri eroi”
"Gli infermieri che lavorano in Medicina Interna oggi sono eroi", scrive il medico legnanese, ricordando come "continuano a lavorare nel reparto da oltre 20 anni", senza cercare occupazioni fuori dalla sanità pubblica
Offre un quadro interessante del reparto di Medicina nel nostro ospedale l’ultima lettera del prof. Antonino Mazzone, primario dell’ospedale di Legnano, alla rivista online “Quotidiano Sanità“.
Questo nuovo intervento del medico legnanese riprende alcune perplessità sulla istituzione del Tavolo al Ministero per la revisione degli standard di ospedali e territorio per rafforzare l’integrazione tra ospedale e territorio. In questo contesto, il prof. Mazzone ricorda come “il territorio, ormai completamente abbandonato e non presidiato più dai medici di medicina generale, che forse con l’evoluzione tecnologica, potrebbero cambiare modalità di lavoro e ruolo, va integrato con l’ospedale”. Così, esprimendo il desiderio di una commissione in grado di affrontare davvero i problemi, “che spesso non sono conosciuti se non vissuti direttamente in prima persona”, e sempre convinto che “i malati cronici polipatologici rappresentato il problema del nostro servizio sanitario e consumano oltre il 70% del budget della sanità”, ecco la sua domanda: “Chi si ricovera in Medicina interna?”.
Da qui la fotografia del nostro reparto di Medicina e dei suoi pazienti: ” I malati trasferiti dalle Rianimazioni. Pazienti provenienti da RSA. Pazienti urgenti dal PS; sepsi grave insufficienza cardiaca Insufficienza respiratoria, qualche tracheostomizzato e qualcuno in ventilazione non invasiva. Pazienti affetti da neoplasie in trattamento chemioterapico con complicanze ed effetti collaterali. Pazienti affetti da gravi patologie immunologiche in terapia immuno-sosppressiva. Pazienti in nutrizione enterale e parenterale. Pazienti con complicanze post chirurgiche. Pazienti anziani con demenza affetti da infezione polmonare e/o urinaria. Pazienti cirrotici gravi con complicanze metaboliche ed emorragiche. Questi sono i pazienti oggi ricoverati nei 90 letti di degenza ordinaria che afferiscono alla UOC di Medicina Interna, che ho l’onore di dirigere. In un grande ospedale dove sono presenti tutte le specialità mediche, che ormai fanno un altro lavoro, ad esempio per i cardiologi emodinamica ed elettrofisiologia, per gastroenterologi endoscopie. Eco-endoscopie etc.. non assistono giustamente i malati complessi, hanno un’altra mission”.
In presenza di pazienti così complessi, l’assistenza infermieristica rimane di 120 minuti. Così, il prof. Mazzone ritiene che “0ggi non si possa più pensare di non ridefinire gli standard organizzativi di un reparto di Medicina Interna che rappresenta il primo reparto di ricovero in questo paese. Gli infermieri che lavorano in Medicina Interna oggi sono eroi, perché il lavoro è faticoso, difficile ed impegnativo, il numero per assistere questa tipologia di pazienti è enormemente insufficiente. Cosi un malato cosi complesso che gestito in un setting intensivo ha a disposizione un infermiere ogni due pazienti, arriva in Medicina Interna con la stessa complessità, ha a disposizione un infermiere per 12-14 pazienti. Con pazienti da monitorare tracheostomizzati e ventilati”.
“Nonostante tutto – prosegue il medico nella sua analisi -, chi ama il proprio lavoro e le infermiere lo amano, lavorano in silenzio, alcune continuano a lavorare in Medicina da oltre 20 anni, non ci sono parole per ringraziarli, senza cercare un posto in ambulatorio, DH, oppure qualsiasi altra soluzione a parità di stipendio una follia. Tutti cercano di dare un sorriso ed una gioia a tutti, anche se spesso la stanchezza di un lavoro massacrante, che non ha eguali oggi in nessun altro reparto ospedaliero, non venendo riconosciuto crea ansia e disaffezione”.
L’augurio finale del primario legnanese è indirizzato alla commissione, perchè “lavori su aspetti meramente organizzativi comprendendo bene come sono cambiati i malati e la loro complessità e punti ad organizzare la Medicina delle 4 P: Predittiva, Personalizzata, Preventiva e Patecipativa”.
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