Elezioni amministrative, Legnano e Parabiago verso lo slittamento delle urne al 2026
Stessa sorte potrebbe toccare a Dairago, Nerviano e Villa Cortese, che nel 2021 erano andati ad elezioni "fuori stagione" causa Covid
Le prossime elezioni distano ancora anni per Legnano e Parabiago, e fino all’indizione dei comizi elettorali lo scenario potrebbe cambiare. Ad oggi, però, Lorenzo Radice e Raffaele Cucchi sembrano destinati a rimanere sindaci dei rispettivi comuni fino alla primavera 2026, un semestre in più rispetto alla scadenza naturale del loro mandato, iniziato ad ottobre 2020 a valle di un’insolita tornata elettorale autunnale dovuta alla situazione sanitaria.
Tre anni fa, infatti, l’onda d’urto della pandemia, che a fine febbraio aveva investito prepotentemente l’Italia in generale e la Lombardia in particolare, aveva costretto a spostare le elezioni dalla “classica” finestra primaverile a settembre. Per Raffaele Cucchi la vittoria elettorale era arrivata già al primo turno con una maggioranza “bulgara” del 63,32%; Lorenzo Radice, invece, aveva dovuto aspettare il ballottaggio che gli aveva portato il 54% dei consensi. Entrambi, però, avevano indossato la fascia tricolore “fuori stagione”, e ora probabilmente la conserveranno un semestre in più rispetto alle previsioni iniziali.
A dirlo è un parere rilasciato dal Ministero dell’Interno al comune di Fermo, nelle Marche, che si trova nelle stesse condizioni di Legnano e Parabiago e per il tramite della Prefettura ha quindi indirizzato un quesito ad hoc al Viminale, da cui è arrivata la precisazione che «il rinnovo degli organi di governo» per paesi e città che nel 2020 hanno votato a settembre «avverrà in occasione del turno ordinario annuale della primavera 2026». Parare analogo, peraltro, è stato reso dal Ministero anche al comune di Moncalieri.
Nella stessa situazione l’anno successivo si erano ritrovati altri tre comuni del Legnanese: Dairago, Nerviano e Villa Cortese avevano infatti votato domenica 3 e lunedì 4 ottobre, ancora una volta a causa del Covid. Anche per i sindaci Paola Rolfi, Daniela Colombo e Alessandro Barlocco, quindi, potrebbe profilarsi, in base all’orientamento espresso dal Ministero dell’Interno, una vita da primi cittadini più lunga del previsto.
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