Approvato a Legnano il piano industriale di Neutalia: “Ma quanta fretta!” denuncia la minoranza
Per la maggioranza, "promosso il più grande investimento di una società pubblica sul territorio". Per la minoranza, "ingiustificata la fretta con cui si è voluto approvare il progetto. Troppe lacune e carenze in materia legale, finanziaria e ambientale"
Franco Brumana le ha provate tutte e con lui l’intera opposizione, per frenare l’approvazione del piano industriale di sviluppo di Neutalia. Intento svanito. Anche la seduta di ieri sera, martedì 11 luglio, infatti è stata un rinnovarsi di rassicurazioni da parte dell’amministrazione comunale e di preoccupazioni manifestate a ripetizione dai gruppi di minoranza, trascinati dalle analisi critiche del leader del Movimento dei cittadini. La votazione, contestata, a favore del progetto alle 2,22.
Argomento principale, la protezione degli interessi di Amga, uno dei tre soci che costituiscono Neutalia. Gli altri, come noto, sono Agesp e Cap Holding. Scontri verbali, anche con toni alti tra il sindaco Radice e lo stesso Brumana, che hanno evidenziato un muro contro muro senza possibilità di uniformità nella votazione dei numerosi emendamenti richiesti da Brumana.
“Recuperiamo dignità e buon senso”, attorno a mezzanotte, ha vanamente invocato Letterio Munafò, chiedendo di riunire gli emendamenti proposti da Brumana in una sola votazione.
“E una questione drammatica – ha ribadito Brumana – andare a votare una delibera senza preoccuparci della solvibilità di Amga e quindi della sua possibile morte! Ingiustificata la fretta con cui si è voluto approvare questo progetto. Troppe lacune e carenze in materia legale. Siete diventati soldatini del plotone di esecuzione di Amga, assoldati da Cap Holding“.
“Non stiamo facendo un buon servizio per la città – ha confermato Amadei – . Manca trasparenza anche in una votazione ad ora così tarda. E’ avvilente. Si doveva rinviarla in altra seduta. Questo piano, soprattutto, tradisce la promessa elettorale di chi sta al governo della città e aveva previsto la chiusura dell’impianto nel 2027. Dubbi fondati poi, sulla sostenibilità non solo economica, ma pure ambientale”.
Concetti ripresi successivamente dai consiglieri di minoranza Carvelli (“una delibera deficitaria, un piano con una temporalità di 25 anni pericolosa, un voto affrettato”), Munafò (“tanta e troppa confusione, un piano che esigeva più trasparenza, correttezza, collaborazione. Alla fine votiamo solo un gruppo di slide”), Romano Colombo (“forse avete costruito la nave più bella del mondo, ma pensateci bene su quello che vi dice Brumana, perchè potrebbe essere un altro Titanic”), Laffusa (“omessi troppi documenti che creano preoccupazione attorno ad Amga e ai suoi dipendenti”)
“Il più grande investimento di una società pubblica sul territorio che agevolerà 700mila cittadini in tema di ambiente, economia circolare, trasformazione dei rifiuti urbani in genere, non può essere fermato solo per alcune supposizioni. Investiamo con un socio solido, ben diverso da Accam, per una gestione virtuosa, frutto di un lavoro corale che ha portato a una alleanza con Busto Arsizio andata persa nel tempo. Questo è un progetto all’avanguardia, il resto è solo chiacchiere“, così invece dai banchi della maggioranza durante la discussione della delibera in cui il sindaco Radice ha fatto presente che la politica porta a prendere decisioni, “e adesso è il momento, senza per questo essere soldatini di alcuno. Non siamo una truppa, ma una squadra con un metodo condiviso”.
Il piano è stato approvato, con nervi parecchio tesi, alle 2,22 grazie ai voti della maggioranza. Contrario Munafò. Carvelli, Grillo e Laffusa si sono astenuti. Amadei, Romano Colombo, Francesco Toia e Brumana non hanno partecipato, polemicamente, al voto.
IL PIANO INDUSTRIALE
Il Piano prevede 111 milioni di investimenti per trasformare la ex-Accam in un polo dedicato al recupero di materia ed energia. Il piano prevede un programma di ambiziosi investimenti preordinati alla progressiva trasformazione dell’attuale termovalorizzatore in un polo impiantistico dedicato al recupero di materia e di energia, con un sensibile incremento della produzione di energia elettrica e una consistente valorizzazione dei cascami termici, a beneficio della rete di teleriscaldamento, il tutto per un ammontare di 111,6 milioni di euro.
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