Sciopero lavoratori Igiene Urbana a Nerviano: “Non toglieteci i diritti conquistati in 30 anni”
Gesem ha scelto di spezzettare il servizio assegnandone una parte alle cooperative sociali. Il sindaco di Nerviano: "Tutti i lavoratori saranno riassorbiti. Sul contratto ci sono margini per la contrattazione"
«Non toglieteci i diritti conquistati in oltre 30 anni di lavoro». A chiederlo sono i lavoratori del servizio di igiene urbana dei Comuni di Arese, Lainate, Nerviano, Pogliano Milanese, Pregnana Milanese e Vanzago, in sciopero nella mattinata di oggi, 11 luglio, davanti ai Comuni di Arese, Lainate e Nerviano. Gli operatori hanno garantito solo i servizi essenziali previsti dagli accordi che regolamentano per legge il diritto di sciopero nel settore. La mobilitazione è stata indetta dalle sigle Fit Cisl, Fp Cgil Ticino Olona e Uil Trasporti.
Noi li abbiamo incontrati a Nerviano: «Lo sciopero – spiega Giovanni Faraci, sindacalista di Fit Cisl (nel video) – è scaturito dalla presa d’atto delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori del servizio di igiene urbana che Gesem Srl, società partecipata dai 5 Comuni dove si svolge il servizio, con la pubblicazione delle nuove gare di appalto, ha scelto di spezzettare il servizio, svolto attualmente da un’unica società, e prevedere che una parte importante di questo servizio (spazzamento manuale, gestione piattaforme ecologiche, altri servizi come la consegna sacchi e contenitori) sia esclusivamente assegnato a delle cooperative sociali. In particolare – sottolinea il sindacalista – rivendichiamo il fatto che questa gara va a frammentare il ciclo integrato dei rifiuti e penalizza il livello occupazionale dei lavoratori. In particolare per 17 dipendenti la retribuzione potrebbe fortemente diminuire: si teme del 30%».
LE MOTIVAZIONI DELLO SCIOPERO
Grazie alle tutele garantite dal contratto collettivo nazionale dell’igiene ambientale, conquistato dopo anni di lotte sindacali e rinnovato un anno fa, i lavoratori hanno da sempre avuto garanzie sulla continuità del loro rapporto di lavoro, sui diritti economici e normativi maturati, sulla sede di lavoro, indipendentemente da chi fosse assegnatario del servizio. La nuova gara d’appalto mette tutto in forse: «Dalla data del 4 agosto – spiega Faraci – non avremo più certezze, non sappiamo se ai lavoratori sarà garantita la salvaguardia della retribuzione maturata in anni di lotte. Con questo sciopero vogliamo dare un segnale forte per sottolineare che sia sbagliata la scelta di ridurre i diritti e le retribuzioni dei lavoratori, scaricando su di loro i costi delle crisi che viviamo».
L’obiettivo era anche quello di fare sentire la voce dei lavoratori ai sindaci, rappresentanti dei Comuni come Soci maggioritari della Gesem. Il primo cittadino di Nerviano, Daniela Colombo, ha accolto nel suo ufficio i rappresentanti sindacali delle tre sigle unitarie: «La procedura di gara é assolutamente legittima – precisa il sindaco Colombo -, anche le organizzazioni sindacali ne sono consapevoli. Nella procedura di gara ci sono anche elementi di premialità per coloro che garantiscono l’ assorbimento del personale. Chi ha partecipato ha garantito il 100% dell’assorbimento del personale. Questo dimostra che c’è una attenzione da parte dei sindaci affinchè sia garantito il massimo sostegno dal punto di vista occupazionale ».
LE DICHIARAZIONI DEL SINDACO DI NERVIANO
Oltre all’occupazione, i sindacati chiedono però che venga garantito anche il contratto, dal punto di vista contributivo ed economico: «Questo non è previsto all’interno della gara di appalto ma può essere sicuramente tema di negoziazione – dichiara il primo cittadino -. La contrattazione con l’aggiudicatario non è ancora iniziata, quindi quello che i sindacati stanno descrivendo è uno scenario ancora ipotetico con margini di discussione che noi eserciteremo in tutti i modi».
Per quanto riguarda la scelta di parcellizzazione del servizio, si è trattata, spiega il sindaco Colombo, «di una scelta per cogliere tutte le opportunità del mercato e potere trarre beneficio dalle varie specializzazione che si possono trovare, pur nell’ottica di volere garantire il ciclo integrato dei rifiuti. Questo è un contratto ponte della durata di 17 mesi che ci dovrà porre un obiettivo di ottimizzazione»
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