Cerro Maggiore e Cantalupo in festa per la prima messa di don Matteo Lozza
Ordinato sacerdote sabato 10 giugno in Duomo, don Matteo Lozza ha celebrato la sua prima messa il giorno dopo a Cantalupo
Cerro Maggiore e Cantalupo in festa per la prima messa celebrata da don Matteo Lozza, 29enne cerrese ordinato sacerdote sabato 10 giugno in Duomo a Milano dall’arcivescovo di Milano Mario Delpini.
Volto noto in paese, dove è stato capogruppo di maggioranza durante il mandato da sindaco di Teresina Rossetti, e anche in tutto il territorio per i suoi trascorsi negli scout, Matteo Lozza era entrato in seminario nel 2017 ed era stato ordinato diacono ad ottobre 2022 e destinato alla parrocchia di San Vittore Martire di Corbetta. Poi lo scorso fine settimana l’ordinazione sacerdotale e la prima messa nella “sua” Cantalupo, nella Chiesa di San Bartolomeo.
«In questi giorni ho pensato molto alle parole più adatte da dire ad un novello sacerdote e sono arrivata ad una conclusione – il pensiero rivolto a don Matteo Lozza dal sindaco Nuccia Berra -: l’ordinazione sacerdotale, la prima Santa Messa, sono le uniche “feste” dove il dono lo fa il festeggiato. Nel 2015 ti sei messo a disposizione di questa comunità attraverso la politica, per circa tre anni hai svolto con serietà il tuo ruolo di consigliere comunale del nostro comune, anche quel ruolo è stato un dono che hai voluto fare al tuo paese, hai donato tempo e risorse per fare qualcosa di buono per Cantalupo e Cerro Maggiore. Ora nel 2023, dopo sei anni di studi e preparazione sei stato ordinato sacerdote, ti doni non solo al Signore, non solo alla comunità di Cantalupo e Cerro ma alla Chiesa intera».
«L’augurio che da sindaco, ma prima di tutto da fedele cattolica, è quello di poter vivere sempre con serenità e gioia la tua missione con la certezza che i fedeli di Cantalupo, Cerro e non solo sono spiritualmente al tuo fianco e ti sostengono con la preghiera e con tanto affetto – prosegue il sindaco -. Come amministrazione comunale abbiamo pensato di donarti un calice per un uso “quotidiano”, quando consacrerai il vino e prenderai tra le tue mani quel calice, pensa a questa comunità, pensa a queste persone, pensa alle fragilità, alle preoccupazioni che ognuno di noi ha e per favore prega per ognuno di noi».
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