Liste d’attesa, prof. Antonino Mazzone: «Non è diminuendo il tempo di visita che si risolve il problema»
Per il prof Mazzone, ma anche per la dr.ssa Faggioli, l'abbattimento delle liste d'attesa a favore dell'appropriatezza degli accessi ai servizi sanitari passa piuttosto dai corsi di formazione e dal confronto tra specialisti ospedalieri e medici di Medicina Generale
L’abbattimento delle liste d’attesa a favore dell’appropriatezza degli accessi ai servizi sanitari passa anche dai corsi di formazione e dal confronto tra specialisti ospedalieri e medici di Medicina Generale: momenti utili nel trovare percorsi condivisi nella cura del paziente. Lo afferma il prof. Antonino Mazzone alla guida dell’Area Medica dell’Asst Ovest che, insieme alla dottoressa Paola Faggioli direttore di Struttura complessa di Reumatologia, ha tenuto, nella mattina di sabato 10 giugno, il convegno teorico pratico “Reumatologia: quali novità nel 2023”. Evento Faodoi, organizzato cioè dalla Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti di cui il prof Mazzone è stato presidente ed oggi consigliere, nonché componente della segreteria scientifica sempre con la dottoressa Faggioli.
Durante la mattinata di lavori sono stati affrontati diversi temi, dalle nuove frontiere farmacologiche al ruolo dell’ecografia. Gli specialisti hanno anche parlato della gestione del dolore cronico e neuroinfiammatorio. Ad intervenire Maria Grazia Pisu dell’associazione Alomar Legnano, una delle realtà presenti sul territorio che con le sue attività cerca di essere un «punto di riferimento» per i malati. «Queste associazioni – spiega Faggioli – sono molto importanti: sono un supporto anche per noi specialisti».
In questo contesto il prof Mazzone ha puntato il dito contro le politiche regionali e nazionali, che vedono nell’ottimizzazione del tempo di visita la soluzione per ridurre le liste d’attesa. «Non è diminuendo il tempo delle visite che si risolve il problema. Le liste d’attesa si allungano la dove viene aumentata l’offerta dei servizi. Spesso e volentieri vengono prescritti esami senza appropriatezza prescrittiva. Sappiamo tutti che per esempio l’80% delle gastroscopie risultano pressoché inutili. Ed è su questo fronte che va aperta una riflessione».
Dunque il medico di Medicina Generale è chiamato a fare da filtro e per far ciò risultano importanti «questi corsi di formazione durante i quali spieghiamo le ultime novità – spiega la dottoressa Faggioli -. In questi momenti di confronto tra medici di famiglia e specialisti si possono definire linee guida utili per cercare dare un’offerta sanitaria appropriata. Non è una soluzione definitiva, ma è pur sempre un’azione utile. Certamente in futuro la figura dell’infermiere di famiglia, professionalità che sarà attivata con le Case di Comunità nell’ambito della riforma sanitaria in atto, sarà di aiuto anche su questo fronte».
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