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Terziario, peggiora l’allarme lavoro. Sempre più imprese non trovano personale

Dopo un anno nuova indagine di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza. Quasi 8 imprenditori su 10 vorrebbero assumere: mancanza di competenze richieste/esperienza la principale motivazione, oltre all’indisponibilità a giorni/orari proposti

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Dopo un anno nuova indagine di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza per quanto riguarda il mondo del lavoro e le ricerche di nuovo personale. Per il terziario peggiora l’allarme lavoro: sempre più imprese non trovano personale e quasi 8 imprenditori su 10 che vorrebbero assumere si trovano di fronte alla mancanza di competenze richieste o di esperienza, oltre alla indisponibilità a giorni/orari proposti.

Per ricettività, ristorazione, artigiani i maggiori problemi nel reperire addetti. Difficoltà anche per i servizi alle imprese. per risolvere il problema la soluzione secondo Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, è puntare sulle scuole di formazione professionale: «Una risorsa non ancora pienamente sfruttata – spiega -. Per Milano, con il ritorno del turismo internazionale, delle fiere e del lavoro in presenza, servono risorse qualificate e sgravi fiscali. Occorrono incentivi alle assunzioni e sgravi fiscali per mettere le imprese nelle condizioni di offrire posizioni competitive e che soddisfino le aspirazioni in un mondo del lavoro profondamente cambiato in questi anni. Importante puntare sempre di più sulle scuole di formazione professionale».

LA RICERCA DI CONFCOMMERCIO

UN ANNO FA – Fine maggio 2022: il 58% delle imprese del terziario a Milano, Monza Brianza, Lodi prevedeva nuove assunzioni, ma 8 su 10 non trovavano personale.

OGGI – Fine maggio 2023: il 78% ha in previsione nuove assunzioni, ma quasi 9 imprese su 10 hanno difficoltà nel reperire personale.

L’aggiornamento dell’indagine di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza (dati elaborati dall’Ufficio Studi), a un anno di distanza dalla precedente rilevazione, fa emergere una situazione non risolta. Anzi, aggravata.

All’indagine di quest’anno hanno risposto 543 imprese (il 74% da Milano e area metropolitana) in particolare della ristorazione (28%), del dettaglio non alimentare (16%), dell’ingrosso (7%) dei servizi alle imprese (6%) – con un numero di occupati prevalente fra le 2 e le 20 unità (in questa fascia l’80% delle imprese).

CHI VUOLE ASSUMERE – Il 78% prevede di fare nuove assunzioni. Soprattutto nel comparto della ricettività (96%), nei servizi della ristorazione (91%), nell’artigianato (85%), nell’ingrosso (78%).

…E CON QUALE CONTRATTO – Il 50% a tempo indeterminato, il 50% a tempo determinato. A tempo indeterminato è maggiore la propensione ad assumere nei servizi alle imprese (65%) e nell’ingrosso (61%). A tempo determinato è la modalità più indicata nella ricettività e nel dettaglio non alimentare (59%), ma anche fra gli artigiani e le attività di agenzia e rappresentanza (58%).

E’ DIFFICILE IN QUESTO MOMENTO REPERIRE PERSONALE? – Sì per l’86% delle imprese (quasi 9 su 10). Nella ricettività (100%), nei servizi di ristorazione (94%) e fra gli artigiani (93%) i maggiori problemi. Difficoltà che non mancano neppure per l’ingrosso e i servizi alle imprese (84%).

QUALI SONO LE FIGURE PROFESSIONALI PIU’ RICHIESTE? – Camerieri e personale di sala (25%), cuochi e baristi (19%), commessi (16%), addetti alle attività amministrative (10%), addetti alle pulizie, receptionist e addetti all’accoglienza, manutenzione servizi (7%).

PERCHE’ SI FA FATICA A TROVARE PERSONALE? – Secondo le imprese che hanno risposto all’indagine il motivo principale (41%) risiede nella mancanza di competenze richieste/esperienza. Ma è importante anche l’indisponibilità a orari/giorni proposti (36%). Le diverse ambizioni personali di realizzazione lavorativa vengono indicate dal 15% delle imprese. La retribuzione giudicata dal candidato troppo bassa è segnalata come motivazione dal 9% delle imprese.

LE SCUOLE DI FORMAZIONE PROFESSIONALE COME “FONTE” DI NUOVO PERSONALE – Il 44% delle imprese si rivolge alle scuole di formazione professionale come possibile fonte per reperire personale. Più motivati nei confronti dell’offerta di neo-lavoratori dalle scuole di formazione professionale sono gli artigiani (61%), le attività ricettive (56%), la ristorazione (55%). Fra le imprese che non si sono ancora rivolte alle scuole di formazione professionale vi sono in particolare le attività di agenzia e rappresentanza (92%), i servizi alle imprese (76%) e il dettaglio non alimentare (72%). L’area dove è maggiore l’interesse per la possibilità di reperire personale dalle scuole di formazione professionale è Monza Brianza (57%). A Milano hinterland il 46%, a Milano città il 43%. Lodi il 35%.

Redazione
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Pubblicato il 31 Maggio 2023
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