A Legnano l’evento “Cioccolatando con Manzoni”
Il 4 giugno dalle 16 alla pasticceria Asperti di Legnano la presentazione del libro "Le due Mogli di Manzoni" con l'autrice Marina Marazza sarà addolcita da una degustazione di cioccolati. L'evento è organizzato in collaborazione con la libreria Nuova Terra
E’ in programma domenica 4 giugno dalle 16 alla pasticceria Asperti di Legnano “Cioccolatando con Manzoni“. In occasione delle celebrazioni dei 150 anni dalla morte di Alessandro Manzoni la presentazione del libro “Le due Mogli di Manzoni”, con l’autrice Marina Marazza, sarà addolcita da una degustazione di cioccolati, in quanto il cioccolato era “il vizietto goloso dell’autore dei Promessi Sposi”. Ce lo spiega di seguito la scrittrice Marina Marazza. L’evento è organizzato in collaborazione con la libreria Nuova Terra
MANZONI E IL CIOCCOLATO
Forse non tutti lo sanno, ma Manzoni era un golosone e in particolare andava matto per la cioccolata. Come diceva il suo caro amico poeta Carlo Porta, gli piaceva “cioccolatare”. Anche nel suo romanzone se ne parla, nel capitolo X, quello che racconta la storia avventurosa della Monaca di Monza, quando la giovanissima Gertrude deve essere convinta a monacarsi e in casa de Leyva la mattina gliene servono una bella tazza: “(Gertrude) si vestì in fretta, si lasciò pettinare e comparve nella sala dove i genitori e il fratello eran radunati. Fu fatta sedere su una sedia a braccioli, e le fu portata una chicchera di cioccolata”.
I perfidi parenti della povera futura Monaca di Monza vorrebbero insomma addolcirle il trasferimento forzato in monastero e Manzoni, che di suo adorava tantissimo la cioccolata, ha pensato di citare questa squisitezza nelle sue pagine. Perché lui della cioccolata non poteva fare a meno e se ne restava sprovvisto veniva colto da autentiche crisi di astinenza.
La mattina quando si svegliava (prestissimo), se la preparava da solo su un fornelletto che si era fatto predisporre per non disturbare la servitù e sentire subito in bocca il rassicurante gusto d quel cacao che anche secondo gli studi più moderni predispone al buon umore.
Dopo il fallimento delle Cinque giornate, quando Manzoni scappò a Lesa, sul lago Maggiore, scriveva al figlio Pietro che era rimasto a Milano, per ordinargli quattro libbre di cioccolata in piccoli pani d’un’oncia”, circa quattro chili alla volta! Con la raccomandazione di servirsi dal Cioccolatiere Nava in Corsia de’ Servi. Non a caso Manzoni chiama “cioccolatte” la sua bevanda preferita: il sapore amaro non gli piaceva per nulla e quindi aggiungeva del latte, per farne una preparazione più simile possibile a quella che aveva assaggiato durante i suoi lunghi soggiorni a Parigi, ritrovare il profumo del chocolat chaud sorbito in riva alla Seona.
II suo affezionato figliastro Stefano Stampa racconta che era “abituato al cioccolato di Parigi che trovava molto migliore, perché più dolce del nostro, molto meglio macinato e soprattutto fatto con un cacao pochissimo tostato”.
Marina Marazza, scrittrice
Le note storiche sono tratte dalla ricerca documentale del romanzo Le due mogli di
Manzoni, di Marina Marazza, edito da Solferino
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