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Mercato valutario: ecco le strategie forex più diffuse per la compravendita di valute

Naturalmente chi intende negoziare le divise internazionali, attuando sia strategie di breve termine sia strategie di più ampio respiro, si rivolge al foreign exchange market

Le decisioni di politica monetaria delle varie Banche Centrali continuano a rappresentare i driver principali dei mercati finanziari; di conseguenza il focus di investitori professionali e retailer si concentra sul comparto valutario, che in tali circostanze ha dimostrato anche nel recente passato di poter offrire interessanti opportunità.

Naturalmente chi intende negoziare le divise internazionali, attuando sia strategie di breve termine sia strategie di più ampio respiro, si rivolge al foreign exchange market, la piazza decentralizzata su cui vengono scambiate le coppie di valute, in quanto gli intermediari che implementano questo tipo di operatività presentano condizioni davvero interessanti. I broker forex infatti rilasciano trading tool a costo zero e il capitale iniziale richiesto, per sottoscrivere un rapporto, è di norma molto contenuto.

Inoltre le infrastruttura tecnologiche che permettono di disporre gli ordini di acquisto o di vendita sono dotate di tool equipaggiati con diversi tipi di indicatori, per effettuare le analisi grafiche, e funzionalità come la leva finanziaria e gli ordini condizionati -stop loss, take profit-, per sfruttare i time frame veloci con una gestione ottimale del rischio.

È soprattutto grazie a questa strumentazione che gli utenti hanno l’opportunità di capire quali siano le strategie forex che funzionano, al fine di sfruttare al meglio le potenzialità dei mercati. Infatti, con il supporto della piattaforma di negoziazione è possibile utilizzare tecniche operative di momentum, approcci trend following o contrarian senza alcuna limitazione.

Mercato valutario: strategie per il trading di breve termine

La price action è probabilmente la strategia più diffusa tra i trader professionali, poiché si bassa sull’osservazione dei nudi prezzi. L’obiettivo dell’analisi consiste nell’individuare le configurazioni che si vanno a delineare sulle strutte delle quotazioni e intervenire alla formazione di specifici pattern. Tale metodologia risulta efficace sopratutto nel breve termine, in quanto non tiene conto delle variabili macroeconomiche.

Anche le tecniche di negoziazione che si basano sul momentum -velocità- delle quotazioni sono molto utilizzate nelle strategie di breve termine. Lo strumento più noto in tal senso è il relative strength index o RSI, un oscillatore che si muove tra i valori 0 e 100, realizzato per individuare quando un asset -nella fattispecie il rapporto tra due valute- passa da una situazione di iperveduto ad una situazione di ipercomprato.

Le strategie di Breakout hanno come obiettivo la ricerca di aree di prezzo significative dopodiché si valuta il comportamento dei corsi nelle loro vicinanze: la rottura dei cosiddetti livelli statici, a seconda se avviene dal basso verso l’alto o viceversa, determina l’esecuzione di un’operazione di acquisto o un’operazione di vendita.

Come individuare le tendenze di prezzo

Le strategie trend following sono implementate per allinearsi ai movimenti di fondo che sviluppano i prezzi nelle diverse scansioni temporali, utilizzate per osservare le quotazioni di una coppia di valute, per questo motivo sono impiegate sia negli approcci di breve termine sia in quelli di medio e lungo periodo. Di norma, una volta individuata la tendenza si principale su un asset, si attende un ritracciamento del prezzo -il cosiddetto pullback- per entrare in posizione.

Il modo più pratico, per riconoscere un trend, è servirsi delle linee di tendenza, ossia le semirette che uniscono i punti di minimo o di massimo di un movimento. Le trend line in sostanza circoscrivono gli swing che si formano sui vari time frame: una volta definita la tendenza di fondo si attende, come già anticipato, il pullback in prossimità della linea, per lanciare l’ordine a mercato.

Alcuni operatori, per demarcare un trend, in sostituzione dei livelli dinamici si servono delle medie mobili: l’indicatore in questione rappresenta infatti una media aritmetica di uno specifico numero di chiusure dei prezzi che, a seconda della lunghezza su cui si effettua il calcolo, segue lo sviluppo della tendenza. Osservando moving average con diversa velocità, se ne possono sfruttare gli incroci, per eseguire gli ordini buy o gli ordini sell.

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Pubblicato il 25 Maggio 2023
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