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Nuovo campus scolastico a Nerviano, dichiarata di interesse culturale la primaria Rita Levi Montalcini

L'impatto della decisione sul progetto per il nuovo campus finirà tra i banchi del consiglio comunale attraverso un'interpellanza di Lega, GIN e Con Nerviano

Nuovo campus scolastico Nerviano

La scuola primaria Rita Levi Montalcini di Nerviano è stata dichiarata di interesse culturale dalla Commissione regionale per il patrimonio culturale della Lombardia, che coordina e armonizza l’attività di tutela e valorizzazione degli organi periferici del Ministero della Cultura presenti sul territorio regionale. Arriva così un’altra “tegola” per il progetto finalizzato alla creazione di un nuovo polo scolastico tra via Roma, via Diaz e via da Vinci, che fin qui ha spaccato la politica cittadina.

La decisione della Commissione regionale per il patrimonio culturale della Lombardia finirà anche tra i banchi del consiglio comunale cittadino: Lega, Gruppo Indipendente Nervianese e Con Nerviano, infatti, hanno presentato un’interpellanza per chiedere conto delle novità, ricordando sia l’incarico affidato «per la redazione progetto di fattibilità tecnica ed economica dei lavori di costruzione nuovo polo scolastico  per un importo di 70.000 euro» oltre agli oneri di legge, sia l’inserimento dell’intervento «all’interno del triennale delle opere pubbliche nell’annualità 2024 per un importo totale di oltre 16 milioni di euro».

Nei mesi scorsi il TAR per il Lazio aveva respinto al mittente il ricorso con il quale Piazza Manzoni aveva portato nelle aule della giustizia amministrativa tutte le perplessità dell’amministrazione rispetto al provvedimento del Ministero dell’Istruzione che ha “bocciato” la candidatura del Comune per il nuovo campus scolastico all’avviso pubblico per la realizzazione di nuovi edifici scolastici pubblici da finanziare nell’ambito del PNRR.

Nuovo campus scolastico Nerviano

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in parallelo al bando “Spazio alla Scuola” di Regione Lombardia, era stata una delle prime strade battute dalla coalizione che ha portato Daniela Colombo alla fascia tricolore per il finanziamento del nuovo polo scolastico, che nei piani della giunta dovrebbe portare lì dove oggi si trovano la scuola primaria Rita Levi Montalcini, la scuola secondaria di primo grado Leonardo da Vinci e le due palestre che compongono il plesso un nuovo campus che accoglierà entrambe le scuole.

Già inserito negli elenchi del fabbisogno di interventi di edilizia scolastica in Lombardia, il progetto per il nuovo campus non aveva però trovato terreno fertile nel PNRR. A sbarrare la strada del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza a Nerviano, la cui proposta è stata “bocciata” per «mancanza dei requisiti minimi di ammissibilità richiesti in relazione alla verifica di interesse culturale», è stata per così dire l’età del plesso: per la demolizione delle parti dell’edificio costruite prima del 1952, infatti, serviva il nulla osta della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e la sola presentazione della domanda di svincolo non è bastata per l’ingresso in graduatoria.

Nuovo campus scolastico Nerviano

Ma la decisione del Ministero aveva lasciato più di un dubbio alla giunta, che nei mesi scorsi aveva ritenuto sussistessero «motivi per contestare la decisione di esclusione», come ad esempio il fatto che «solo una piccola porzione dell’immobile oggetto dei lavori è soggetta al vincolo di interesse culturale, cioè risulta edificata prima del 1952». Così, dopo aver sentito informalmente uno studio legale di Milano, la squadra di governo cittadino di Nerviano aveva deciso di agire in giudizio, chiedendo anche la sospensione dei provvedimenti contro i quali si è rivolta al TAR.

Sospensione che però il Tribunale Amministrativo Regionale aveva ritenuto di non concedere, rimandando di fatto tutto all’udienza di merito dello scorso 20 dicembre, a valle della quale, però, per Piazza Manzoni è arrivato un nuovo “no”, con il collegio giudicante che ha ritenuto il ricorso «manifestamente infondato nel merito». La Sezione Terza Bis del TAR per il Lazio, infatti, ha ritenuto decisiva la circostanza che l’avviso pubblico prevedesse «come obbligatoria la verifica di interesse culturale su alcuni degli immobili possibile oggetto di intervento» e che la previsione «non possa considerarsi manifestamente irragionevole, alla luce in particolare delle esigenze di celerità e di rendicontabilità inerenti al PNRR».

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Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 09 Maggio 2023
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