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Esordio da scrittrice per la libraia legnanese Amanda Colombo con “Meno male che ci siete voi”

Dal 2 maggio nelle librerie c'è "Meno male che ci siete voi", un romanzo fatto di amicizia, di rinascita e, naturalmente, di libri

amanda colombo romanzo

Chi entra alla Galleria del Libro di Legnano la trova dietro il bancone di via Venegoni da ormai 25 anni. Molti altri negli ultimi due decenni si sono trovati almeno una volta tra le fila del pubblico di una delle sue serate dedicate ai libri. Per chi legge, insomma, Amanda Colombo, è ormai un’istituzione in città. Da qualche giorno, però, non entra più nelle case solo con i libri che consiglia, ma anche con quello che lei stessa ha scritto: dal 2 maggio, infatti, nelle librerie c’è “Meno male che ci siete voi”, il romanzo che segna l’esordio della libraia legnanese nei panni di scrittrice.

Amanda, com’è nato “Meno male che ci siete voi”?
Non avrei mai pensato di scrivere, anzi ho sempre detto no quando qualcuno me lo ha proposto nella convinzione di non avere niente di più da dire di quello che già si dicesse. Devo dire grazie alla pandemia, perché in quei primissimi mesi, senza presentazioni da organizzare e con poco lavoro in libreria, ho finalmente avuto tempo per leggere senza però riuscire a trovare qualcosa che mi piacesse, com’è successo a molti librai. Così ho iniziato a pensare a quale storia mi sarebbe piaciuto leggere e piano piano ha preso forma questa. È rimasta in sospeso per due anni senza che scrivessi una riga, fin quando a gennaio dello scorso anno, parlando con persone del settore che mi hanno suggerito di scrivere, ho risposto che una storia io l’avevo. Un agente letterario mi ha proposto di fargli vedere qualcosa, e così mi sono messa al lavoro.

Che effetto fa, oggi, ritrovarti “dall’altra parte della barricata”?
Sicuramente questa esperienza mi ha permesso di vedere un pezzo di lavoro del mondo del libro che non conoscevo: la scelta della storia, l’editing, la creazione fisica del libro. Adesso inizio con le presentazioni ritrovandomi però dall’altra parte, il che è molto strano: finora ce ne sono state due, tutte affidate ad amici, ma da settimana prossima inizierò le presentazioni insieme ad altri e vedremo. Sicuramente è un nuovo punto di vista.

Cosa ci puoi raccontare delle tue “Tre Marie”?
Sono tre ragazze in un momento di svolta e di bilanci. Amiche da sempre, negli ultimi dieci anni si sono perse un po’ perché una delle tre è andata a vivere sulle Alpi con il compagno mentre le altre sono rimaste nel paese di origine, a Linzate. Dopo un grosso dolore, Bianca torna a casa, ritrova le amiche e si rende conto che sono rimaste un po’ congelate nella vita che hanno sempre fatto: una vita che non è perfetta, anzi. Il suo ritorno e la sua necessità di ridarsi una definizione e di ripartire da zero obbliga anche loro a riguardarsi in faccia, sia per aiutare lei, sia per fare un bilancio. E tante volte guardarsi allo specchio non è semplice: il bello delle amicizie è proprio specchiarsi negli occhi di chi ti dice non cosa devi fare, ma cosa stai facendo. Tutto questo con il perno della libreria “La stanza di Virginia”, dove lavora il signor Marco, un anziano libraio che è nato dalla figura di mio suocero, la persona che mi ha fatto diventa chi sono.

Ancora prima dell’uscita del romanzo, al solo annuncio, sei stata travolta da un’ondata di affetto e di fiducia…
Mi sono sentita circondata dall’affetto della gente, ed è molto bello: c’è stata più gente contenta per me che non invidiosa, e ho sentito l’autentico entusiasmo di chi mi vuole bene, di chi ci segue e ha capito che questo non è solo un negozio ma un luogo dove si fa cultura e si cerca di intessere rapporti e di far conoscere le persone. Quello che abbiamo fatto in questi anni, probabilmente, ha permesso di capire che non è un progetto nato dal nulla né un’operazione di marketing, ma un pezzo in più di quello che faccio per il mondo dei libri. Non so che futuro avrà, ma non l’avrei fatto se non avessi avuto qualcosa da raccontare: qualcosa che viene anche dall’ascolto delle persone perché il modo di lavorare che racconto nel libro è quello che abbiamo sempre portato avanti

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 06 Maggio 2023
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