Anche tra i bimbi di Legnano preoccupano i casi di Streptococco A
A segnalarlo il microbiologo Clerici: «Su 173 campioni analizzati in una settimana 80 sono risultati positivi». Il trend in questi giorni appare in calo
A Legnano, come del resto in tutta Italia, preoccupa l’elevato caso di bimbi in età pediatrica colpiti dall’infezione da Streptococco del gruppo A. Una situazione tenuta sotto controllo da 5 mesi che secondo, il microbiologo Pierangelo Clerici, presidente Amcli (Associazione microbiologi clinici italiani) e direttore dell’U.O. Microbiologia Asst Ovest Milanese, ha registrato il suo picco in queste settimane ed ora appare in calo con i primi caldi primaverili «ma l’attenzione non va affatto abbassata», afferma il medico legnanese. A metà aprile il laboratorio di microbiologia legnanese ha riscontrato che «su 173 campioni analizzati in una settimana, 80 sono risultati positivi». Un dato importante che merita massima considerazione.
Streptococco del gruppo A
È un batterio che, precisa il microbiologo legnanese «alberga nella faringe, infatti dà come primo sintomo il tipico mal di gola». Molto spesso l’infezione è «autoelimitante» o comunque risulta facilmente curabile con antibiotici. Ma in rari casi i batteri GAS possono anche causare un’infezione grave la quale può «aggredire le valvole cardiache, le articolazioni, i reni – spiega l’esperto -. Ai primi sintomi sospetti risulta importante confrontarsi direttamente con il proprio pediatra per intervenire subito». Sicuramente una buona igiene delle mani, oltre che personale può aiutare a controllare la trasmissione.
I microbiologi sono sentinelle
«L’uso della mascherina nel periodo dell’emergenza sanitaria – ha spiegato Clerici -, così come il distanziamento hanno ridotto le infezioni: il corpo è stato come isolato. Il sistema immunitario dei più piccoli è stato meno sollecitato da fattori esterni». Ed ora i microbiologi osservano il ritorno di diverse infezioni. «In questo contesto il ruolo del microbiologo risulta importante: è una sentinella capace di segnalare quali siano i fenomeni del momento – ha precisato Clerici -. Possiamo fornire al clinico non solo un responso preciso che identifica l’agente eziologico e in alcuni casi il grado di progressione dell’infezione, ma anche un quadro d’insieme, molto prezioso. Purtroppo la nostra è una figura ancora oggi ben poco valorizzata. Non smetteremo mai di affermare quanto sia centrale il nostro ruolo».
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