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PSI Magenta Alto Milanese: «Il socialismo c’è. Ripartiamo dalle piazze, da casa per casa»

L'appello di Luigi Chiari rappresentante della sezione Sandro Pertini di Magenta e Alto Milanese intervenuto dopo il 44esimo Congresso provinciale di Milano

PSI Alto Milanese Magenta Chiari

«Il partito socialista c’è, è presente nell’Alto Milanese e non intende estinguersi a causa di politiche sbagliate». Ne è certo Luigi Chiari, rappresentante della sezione Sandro Pertini di Magenta e Alto Milanese, intervenuto in questi giorni dopo il 44esimo Congresso provinciale di Milano.

«Non siamo rappresentati né a livello nazionale, né a livello regionale e neppure in una città come Milano. Perché? Semplice, sono state attuate strategie sbagliate. Il socialismo è tra noi, non è scomparso. Va solo dato spazio ai giovani… rinnoviamoci: c’è bisogno della nostra voce». Il PSI e i suoi ideali, secondo Chiari, non possono morire, perché «hanno radici profonde che parlano di eguaglianza sul piano giuridico, sociale ed economico». Con questo convinzione la sezione Sandro Pertini intende andare avanti con l’obiettivo di aprire una sezione a Magenta e una nel Legnanese e poi correre in politica con liste civiche e, dov’è possibile, con lo stesso simbolo Psi.

«Oggi più che mai citiamo, con forza assoluta, un etimo da cui risalire al significato specifico del termine socialismo e che dovrebbe darci l’input, appunto come socialisti, per rinverdire quelle concezioni di base che ci rendono tali, ancor prima di definirci l’essere di sinistra – afferma Chiari -. Noi siano speciali ma lo abbiamo dimenticato, perché ci siamo lasciati travolgere dagli eventi di questo ultimo trentennio circa, coprendo con un lenzuolo tutte le grandi conquiste sociali, politiche e di lotta intervenute nei cento anni precedenti quei fatti. Avvenimenti, quegli degli anni ’90 del secolo scorso, per noi così dolorosi e disastrosi, che hanno prodotto l’assurda demolizione e demonizzazione dell’intero impianto politico italiano ma di cui noi siamo di fatto, pur con le ossa rotte, gli unici superstiti storici».

Il PSI fatica a lasciarsi alle spalle il passato. «Dopo 30 anni dagli eventi che ci fecero sconfinare nel baratro di una indefinita ma necessaria “pulizia della politica”, cosi falsamente fu posta la questione, siamo in realtà noi stessi ad avere accettato e assunto nel nostro DNA politico il timore di dichiararci socialisti. Questo perché, inconsciamente, ci siamo assuefatti a considerare il peso di quegli avvenimenti come fossero esclusivamente ed inequivocabilmente imputabili al nostro operato di quei giorni e di quegli anni: di fatto non fu cosi». Così è arrivato il momento di «scuotersi di dosso il passato e tornare a fare politica». Ma come? «Con la condivisione su ad ogni livello».

I punti da seguire per il partito sono evidenti: «I territori dovranno essere più coinvolti, attraverso azioni di propaganda e di informazione. Le iniziative, però, non possono non tenere conto della nostra situazione economica. Non
siamo il partito del 15%, ma nemmeno una scatola vuota che parla solo con sé stessa. Ripartiamo dalle piazze, da casa per casa, con i nostri pochi mezzi, si limitati, ma ripartiamo. Diamo un segnale di presenza sul territorio, senza rincorrere prosopopee politiche che sono divenute il pane quotidiano di chi per accaparrarsi qualche percentuale in più di consenso blatera a vanvera senza costrutto».

Per Chiari, che ha anche alle spalle una storia nel mondo sindacale della UIL, è quindi arrivato il momento di alzare la testa e di lavorare per il bene della società e della comunità e per i diritti di ogni cittadino. «Per il bene del Paese, se vogliamo essere e dichiararci riformisti, dobbiamo avere il coraggio intellettuale di optare anche per proposte e soluzioni che possono apparire impopolari o scomode ma necessarie per il bene del Paese. I veri riformisti fanno questo».  Tra le proposte, la tessera gratuita dopo i 65 anni: «Vedrete che i compagni, quelli cui sono rimaste nel cuore le lotte e le conquiste socialiste del secolo scorso e precedenti, ne siamo certi, lasceranno di sponte una piccola offerta. Poi ripartiamo con il nostro giornale, l’Avanti. Un solo Avanti! La nostra frammentazione è legata anche alla mancanza di un ‘unica, univoca e pronta informazione di partito. Una sola voce, chiara e indiscutibile che non generi confusione».

Il socialismo appartiene soltanto al PSI: «Questa è l’unica nostra casa, cari compagni, e non siamo l’Arca di Noè!  Non dobbiamo salvare nessuno dal diluvio; sappiamo che in giro per l’Italia i socialisti ci sono ancora. Abbiamo il dovere di riaccoglierli tra le nostre file e riportarli a casa ma senza promuovere questue organizzate, con il cappello in mano alla ricerca di ex militanti. Nessuno ci obbliga a riabbracciare chiunque e gli stati generali non devono essere interpretati come un dentro tutti ma semmai seguire la logica dei pochi ma buoni. Abbiamo le condizioni teoriche per usare queste forze al meglio in seno al PSI. Pertanto, occorre da ora ricostruire anche le condizioni pratiche, politiche e di partito per ottenere quei risultati concreti, che possano far emergere e far esprimere all’elettorato, quel “minimo sindacale” nel voto che ci consenta almeno inizialmente una presenza parlamentare, presupposto, senza particolari “voli pindarici”, a una ricrescita futura del nostro partito. E poi basta speculare per ottenere più consenso elettorale seguendo gli umori variabili dei cittadini. Piuttosto, creiamo le condizioni necessarie affinché i cittadini stessi comprendano che, a volte, si rende necessario fare alcuni sacrifici per il bene dell’intera comunità nazionale. Se ragioneremo in questi termini, il tempo ci ridarà ragione e consenso».

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Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 08 Aprile 2023
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