Più bici e meno rifiuti bruciati, questa è la ricetta per migliorare l’aria che respiriamo
Una considerazione di Carlo Barbui, Presidente della Ciclofficina Riciclo
Vi scrivo , a titolo personale, per un commento sulle affermazioni sulla qualità dell’aria portate avanti in Consiglio Comunale.
Ho letto l’articolo sul bilancio comunale e mi hanno colpito alcune affermazioni sulla qualità dell’aria e sugli interventi per migliorarla.
Purtroppo i dati sono pubblici e non è la prima volta che vengono citati, ricordiamoci che siamo in Pianura Padana e i venti sono rari.
Sicuramente la presenza di un inceneritore a pochi km che BRUCIA la maggior parte di rifiuti che provengono da altre zone non giova . Ed anche i 180 camion quotidiani che vi entrano non contribuiscono alla salubrità dell’aria.
Ricordo che l’inceneritore funziona 24h/giorno a regime costante cioè inquina sempre , non c’è filtro che tenga ! E lo fa da 50 anni !
Vorrei poi chiarire il concetto fondamentale che a furia di essere ripetuto pare sia diventato “ la verità ” : BRUCIARE non è economia circolare !
Significa distruggere materie prime NON rimetterle in circolo .
Altra considerazione : si citano investimenti sulle ciclabili importanti e non si chiudono (anche temporaneamente) le strade scolastiche .
Questo è un intervento a costo zero , immediato ed educativo , replicabile .
Vedi ad esempio la via Diaz: le due scuole interessate ( Bernocchi e Dell’Acqua) dove vi sono 3500 tra studenti ed insegnanti tutti potenziali ciclisti .
Ogni mattina questa strada e le adiacenti sono bloccate da lunghe colonne di auto di persone che accompagnano i figli a scuola .
Il parcheggio antistante e le zone limitrofe sono stracolmi di vetture .
Per le bici , pochi e malmessi stalli , nessuna colonnina di ricarica (per E-Bike).
Lo stesso all’interno dei cortili delle scuole.
La sicurezza dei pochi ciclisti è critica e naturalmente viene disincentivato il Bike to Work a causa questo inquinante traffico .
Ricordo che, a causa del divieto di posteggiare le auto all’interno della Franco Tosi per chi risiedeva entro 5 km , la mattina , da studente , facevo a gara con gli operai nell’’ ‘ultimo km’ costituito dal sottopassaggio ferroviario .
Spesso basta poco , ma portato avanti con determinazione, per cambiare .
La mobilità dolce non è fatta dalle ciclabili ,ma da chi le percorre , cioè da noi .
L’anno scorso nonostante la benzina a 2 euro e 7 mesi senza pioggia non abbiamo cambiato le nostre abitudini sui trasporti : possiamo farlo ora !.
Grazie per l’attenzione
Carlo Barbui, Presidente della Ciclofficina Riciclo
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