Via libera al bilancio a Legnano. Le opposizioni: “Un documento che non vuole prendersi rischi”
Le critiche al bilancio delle opposizioni hanno spaziato dall'urbanistica alle partecipate, passando per le le scelte in materia di fiscalità locale
Via libera in consiglio comunale a Legnano al bilancio di previsione per il triennio 2023/2025 e al documento unico di programmazione, approvato con i soli voti favorevoli della maggioranza a valle di una discussione segnata dall’assenza della metà dei consiglieri di opposizione: Lega, Lista Toia e Forza Italia, infatti, hanno deciso – scegliendo ancora una volta una strada diversa rispetto a Fratelli d’Italia, con cui la spaccatura sembra sempre più netta – di disertare la seduta in aperta polemica con la scelta del presidente del consiglio comunale Umberto Silvestri di non concedere una finestra temporale più ampia per studiare il documento e presentare emendamenti.
Dai banchi della minoranza, peraltro, anche chi si è presentato in aula ha sonoramente bocciato bilancio e DUP, con critiche hanno spaziato dall’urbanistica – sempre più al centro della contesa nel parlamentino cittadino – alle partecipate, passando per la mancanza di spending review e le scelte in materia di fiscalità locale.
AMADEI: “LA MAGGIORANZA TROPPO SPESSO DIMENTICA GLI ULTIMI”
Molto critico nei confronti delle scelte di partiti e civiche al governo della città per il bilancio l’ex consigliere di maggioranza Federico Amadei, che in aula ha parlato di una «maggioranza di moderati molto legata all’alta borghesia cittadina che però troppo spesso si dimentica degli ultimi».
«In questo bilancio non vedo interventi di riduzione della spesa e vedo invece alcune cose che mi fanno avere forti dubbi sulla gestione delle partecipate, dove si sono prese scelte di natura politica sugli equilibri finanziari – ha sottolineato Amadei -. Quanto ad innovazione tecnologica, poi, siamo veramente indietro e trovo equilibri di bilancio un po’ ballerini sulla parte corrente. Anche rispetto al documento unico di programmazione non vedo innovazioni e non trovo quasi nulla sulle politiche attive del lavoro. Vedo invece una discussione difficile da fare rispetto alle opere: la discussione sul PGT non può tardare ad arrivare, non essere riusciti a non far scadere i piani attuativi e ad aprire una discussione seria con i cittadini e il consiglio comunale è una responsabilità dell’amministrazione Radice».
MOVIMENTO DEI CITTADINI: “CON IL PGT SCADUTO LEGNANO PERDE TEMPO IMPORTANTE”
Due i punti critici più salienti per Franco Brumana del Movimento dei Cittadini: le partecipate e l’urbanistica. «Amga è in pesante difficoltà e non se ne trova traccia nel bilancio. Non è riuscita a mettere la sua centrale termica in condizioni di operare nel periodo invernale più freddo perché è una centrale termica ai limiti e ogni anno viene tagliato il budget per la manutenzione. Eppure si è impegnata nel salvataggio di Accam, nel piano di sviluppo di Neutalia e nel collegamento del teleriscaldamento all’inceneritore, che non ha nessuna ragione né tecnica né economica che possa sostenerlo. Mantenere in vita l’inceneritore per altri 25 anni aggraverà l’inquinamento: è un inceneritore inutile, dispendioso, che risponde a logiche ancora non del tutto concrete».
«Altro tema fondamentale l’urbanistica – ha aggiunto il consigliere -. È scaduto il PGT e gli ambiti di trasformazione, cioè le aree più importanti di Legnano dal punto di vista della programmazione, sono diventate zone bianche e non si può intervenire: si perderà tempo importante mentre la zona tra Milano, l’ex Expo di Rho e la Malpensa, sta subendo veloci trasformazioni. La scadenza del PGT, inoltre, ha comportato un danno erariale che ha riflessi nella situazione economica, patrimoniale e finanziaria del comune perché l’IMU per i terreni nelle zone bianche è crollato praticamente a zero».
FRATELLI D’ITALIA: “CON QUESTO BILANCIO NON SI VUOLE PRENDERSI RISCHI”
Bocciatura su tutta la linea anche da Fratelli d’Italia. «Con il bilancio si dà una forte impronta rispetto a dove vuole andare l’amministrazione: mantenere lo status quo vuol dire che in qualche modo non ci si vuole prendere grossi rischi e continuare a navigare a vista – ha sottolineato il capogruppo Gianluigi Grillo, sostenuto dai colleghi Stefano Carvelli e Franco Colombo -. In questo bilancio ci sono ancora diversi milioni di euro spesi per la mobilità dolce e la ristrutturazione degli immobili comunali, ma si trascurano aspetti importanti come il recupero della morosità».
«Quanto agli investimenti sul verde e sui parchi, non so da dove arrivino i dati (citati dal consigliere di maggioranza Giacomo Pigni, ndr) secondo cui la zona dell’Alto Milanese sarebbe la terza più inquinata al mondo ma fortunatamente non è così e anche se non spendiamo milioni di euro per i parchi per ripiantumare gli alberi riusciamo a vivere e ad avere un’aria più decente rispetto ad altre aree della terra – . Anche per la cultura non si vedono nel bilancio grossi investimenti sulla capacità di attrarre turisti o incentivare un afflusso di gente dall’esterno. In questo bilancio, inoltre, non c’è traccia rispetto ai benefici portati dalla Fondazione Palio».
IL SINDACO: “AL LAVORO PER UNO SVILUPPO EQUO E SOSTENIBILE”
Quasi uno a uno, in aula i consiglieri di maggioranza, tra una critica e l’altra delle opposizioni, hanno difeso l’operato di sindaco e giunta mettendo in fila progetti ed investimenti avviati in questi anni e, soprattutto, la scelta a più voci definita coraggiosa di non aumentare le aliquote della fiscalità locale mantenendo invariato il livello dei servizi offerto. L'”arringa” finale, però, è toccata al sindaco Radice, che prima di tutto ha voluto sgombrare il campo dalle polemiche sulla calendarizzazione della seduta. «Durante la capigruppo ho ricevuto una telefonata dal consigliere Mario Brambilla – ha spiegato il primo cittadino -: non certo finalizzata a farsi dettare la linea, quanto per capire l’urgenza della libera relativa ad Amga Sport che giovedì 23 marzo andrà in assemblea in Amga. Non mi spaventa andare ad approvare dei bilanci con pezzi di consiglio in meno, da questo punto di vista questa sera perdiamo un po’ tutti».
«Che Amga sia debole è falso, come lo è che il termovalorizzatore faccia stragi – ha poi sottolineato Radice -: finalmente siamo alla realizzazione di una fabbrica di materiali dopo 15 anni. Anche che la Fondazione Palio non sia capace di fare il suo mestiere è falso e lo vedrete nei bilanci che verranno pubblicati; dopo dieci anni di chiacchiere, peraltro, ora la fondazione esiste. Rispetto all’urbanistica l’unica cosa ferma sono gli ambiti di trasformazione sui quali peraltro si va avanti a lavorare e nessuno sta perdendo tempo. Dal 2021 ad oggi abbiamo dovuto fronteggiare oltre 3 milioni di euro di costi in più su una spesa che possiamo muovere realisticamente di 9/10 milioni: non toccare le tariffe e mantenere i servizi significa che la spending review l’abbiamo fatta eccome».
«Siamo a metà mandato e il disegno che stiamo cercando di tracciare per questa città inizia a vedersi – ha aggiunto il sindaco -: è un disegno che sicuramente si basa sul coraggio di immaginare, su una città diversa, una città fondata su una comunità attiva, una città che sta vivendo una fase storica in cui abbiamo molti soldi per rifare la casa e sempre meno, per fare la spesa. Sono molto orgoglioso del coraggio che stiamo avendo di provare a fare andare avanti la città lavorando sulle infrastrutture sociali perché dietro c’è la visione di una comunità che lavora su un concetto di predistribuzione, nella consapevolezza che nell’epoca in cui viviamo non basta più lavorare sulla redistribuzione: la redistribuzione è riparativa, mentre la predistribuzione è generativa perché vuol dire andare a lavorare sulle dotazioni di capitale di una comunità. La nostra è una visione che si basa su uno sviluppo equo e sostenibile, dove equità non vuol dire uguaglianza ma mettere tutti nelle stesse condizioni di giocare la stessa partita della vita e in una comunità locale lo possiamo fare lavorando sulla scuola, sulla cultura, sui centri civici, sui centri sociali, sulle infrastrutture che permettono la mobilità anche ai più deboli».
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