Gadda (Azione-IV):”Interi settori economici a rischio per la siccità, il governo intervenga”
La deputata fagnanese è intervenuta in Parlamento per chiedere al ministro Lollobrigida interventi per risolvere il problema della carenza di sistemi di conservazione e distribuzione dell'acqua
Azione e Italia Viva provano ad accendere un faro su un problema che anche quest’anno, e forse più dell’anno scorso, creerà problemi strutturali ad interi settori economici italiani a partire da fiori all’occhiello come quello alimentare e turistico e cioè la siccità. Ai problemi storici che ogni anno vive il sud Italia si aggiunge anche il nord dove da un paio d’anni le precipitazioni atmosferiche sono drasticamente diminuite con gravi problemi di approvvigionamento idrico (foto in alto, Luca Sacchet).
La deputata fagnanese Maria Chiara Gadda, nel corso del question time con il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, è intervenuta presentando alcune criticità e una richiesta di intervento urgente da parte del ministero e del governo: «Sulla siccità chiediamo che il governo si faccia subito promotore di un coordinamento tra gli usi agricoli, industriali e turistici per offrire subito risposte concrete. Altrimenti la nostra economia ma soprattutto la sicurezza alimentare del nostro Paese verrà messa in difficoltà, con serie ripercussioni anche sul Made in Italy. Bene la cabina di regia interministeriale. Servono soluzioni immediate ma anche interventi strutturali di lungo termine».
«Intere filiere produttive del nostro Paese, come quella del riso, dell’allevamento e dell’acquacoltura, sono già in ginocchio a causa dell’attuale siccità. Le regioni soffrono di carenze strutturali su conservazione e distribuzione dell’acqua, a partire da quelle del Sud. Ma ai deficit storici si aggiunge la drammatica situazione delle grandi regioni agricole del nord Italia, nella Pianura Padana con il Po e il Ticino in secca, e i laghi come quello d’Idro o di Garda attorno ai quali è cresciuto il sistema agricolo che per secoli ha trainato il nostro made in Italy. Sono dunque necessari investimenti infrastrutturali. Come ha detto l’Anbi mancano circa 2000 nuovi invasi ma servono anche interventi urgenti di manutenzione e pulizia della rete, spesso bloccati da incomprensibile burocrazia. Bisogna snellire gli iter autorizzativi e definire una pianificazione di lungo periodo utilizzando i fondi del Pnrr e le risorse regionali. C’è un tema di sicurezza nazionale rispetto alla filiera alimentare e agli usi idrici per le popolazioni che non può più essere sottovalutato», ha concluso.
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