Oltre mille visitatori provenienti da Rho, ma anche da Arese, Parabiago e altri comuni del territorio, hanno reso omaggio ai deportati del Trasporto 81 visitando la mostra allestita fino ai giorni scorsi in Villa Burba. Una iniziativa ideata in occasione della Giornata della memoria, grazie all’impegno dell’insegnante Carmen Meloni, nipote di Pietro, uno dei 432 italiani caricati su vagoni merci e trasportati dal 5 al 7 settembre 1944 da Bolzano al campo di Flossenbürg. Di quel folto gruppo sopravvissero a detenzione, fame, lavori stremanti e pestaggi soltanto 112 persone.

Lo slogan del sindaco Andrea Orlandi “Memoria è passione” si è declinato nel coinvolgimento dei più giovani, che hanno ascoltato con attenzione i racconti di coloro che hanno avuto nonni o genitori deportati nei campi di concentramento nazisti. Rho ha voluto ricordare tutti coloro che furono vittime di quei viaggi della morte, non soltanto gli ebrei, perseguitati “per la colpa di essere nati”, come ripete da anni la sopravvissuta alla Shoah Liliana Segre, ma anche internati politici, rei di essersi opposti al regime nazifascista, perseguitati insieme a omosessuali, disabili, rom e sinti. La mostra “I deportati del Trasporto 81”, voluta dall’Amministrazione comunale, in collaborazione con A.N.P.I. Rho e Centro Anziani di Passirana, era stata inaugurata il 24 gennaio al termine di una intensa mattinata di riflessioni e testimonianze, che ha visto protagonisti anche gli studenti del liceo Rebora e dell’Istituto Puecher-Olivetti.