Emergenza abitativa, nel Legnanese una casa su cinque è vuota ma ci sono un centinaio di senza tetto
Nel Legnanese ci sono più di 17mila case vuote, numeri che sulla carta basterebbero a rispondere al problema dell'emergenza abitativa sul territorio
Nel Legnanese c’è per tutti il proverbiale tetto sopra la testa? Tra case private, case popolari, housing sociale, contributi per il sostegno alla casa e tutte le sfumature che ne derivano le opzioni non mancano, ma la realtà ci insegna che comunque non bastano a rispondere alla domanda che arriva dal territorio, e forse l’emergenza abitativa non dipende solo dalla crisi economica innescata dal Covid-19 prima e dai rincari e dall’inflazione galoppante poi.
Sulla carta il patrimonio immobiliare del territorio sembrerebbe più che sufficiente a garantire una sistemazione a tutti i nuclei familiari, che negli undici comuni del Legnanese sono quasi 81 mila a fronte di oltre 96mila abitazioni complessivamente disponibili. Più di 17mila di queste case, ovvero il 18% circa, non sono però abitate: in soldoni a Legnano e dintorni quasi una casa su cinque non è occupata dai proprietari né affittata o comunque abitata in modo permanente ad altro titolo. Si parla di numeri ben lontani da quelli delle province più “disabitate” mappate da Openpolis sulla base dei dati forniti dal censimento permanente Istat, ma che comunque valgono a dare un’idea delle dimensioni del problema se si pensa che la media delle abitazioni inabitate nella Città Metropolitana di Milano si attesta intorno al 13%.
A complicare il quadro c’è poi la questione degli alloggi del servizio abitativo pubblico, per la cui assegnazione la procedura introdotta nel 2016 dalla Regione non prevede più il classico schema composto da bando, graduatoria e successive assegnazioni in base alla disponibilità degli immobili: ora infatti si passa per una ricognizione periodica delle abitazioni disponibili per ogni area territoriale da parte del comune capofila che poi apre un unico bando, a partire dal quale per ciascuna unità immobiliare si forma una graduatoria utilizzabile una e una sola volta.
C’è poi il capitolo legato all’housing sociale, una formula che nella realtà dei fatti comprende un ventaglio piuttosto ampio di situazioni e non solamente quelle di chi per diversi motivi si trova improvvisamente e temporaneamente senza casa come si potrebbe pensare. Le forme di residenzialità temporanea legata a situazioni di fragilità sociale in uso, ieri e oggi, nel nostro territorio sono essenzialmente due: il dormitorio, dove si cena, si dorme e si fa colazione ma non si passa la giornata, e l’appartamento, spesso in coabitazione tra più nuclei familiari, la cui assegnazione è subordinata all’accettazione di un percorso di “riabilitazione” diversificato in base alle problematiche da affrontare. Nella sola Legnano sono una quarantina i nuclei familiari attualmente ospitati con questa formula.
In questo contesto gioca un ruolo anche l’azienda speciale consortile So.Le., che in questi anni ha gestito i contributi Covid destinati al sostegno nel pagamento degli affitti ricevendo complessivamente tra le mille e le 1.500 domande. Sempre So.Le., peraltro gestisce anche l’Agenzia per la Locazione, progetto che si prefigge di «dare una risposta all’emergenza abitativa dell’intero territorio del Legnanese, attraverso la promozione dei contratti di locazione a canone concordato o calmierato, a sostegno dei cittadini che si trovano in situazione di fragilità».
Fare in punto della situazione relativa all’emergenza abitativa, insomma, è più facile a dirsi che a farsi. Che il ventaglio di opzioni non basti a rispondere alla domanda che arriva del territorio, però, lo dimostrano ancora una volta i dati del censimento permanente Istat aggiornati al 2021, che parlano di un centinaio di senza tetto e senza fissa dimora nei comuni della zona: non si parla solo di persone che effettivamente dormono in strada dal momento che il numero ricomprende anche chi magari ha qualcuno che lo ospita, ma si tratta comunque di persone che non hanno una casa nel senso proprio del termine, sia essa di proprietà, in affitto o a qualsiasi altro titolo. I numeri del nostro territorio “cubano” complessivamente circa l’1% dei 10.117 senza tetto e senza fissa dimora rilevati dall’Istituto Nazionale di Statistica in tutta la Città Metropolitana. Tra loro ci sono anche dei giovanissimi non ancora maggiorenni.
Foto di repertorio
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