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Raffaele Cattaneo (Noi Moderati): “Serve un nuovo modello di sviluppo sostenibile per la Lombardia”

Raffaele Cattaneo è assessore all'Ambiente e Clima di Regione Lombardia. Alle elezioni regionali del 12 e 13 febbraio 2023 si candida nelle liste della provincia di Milano con la lista “Noi Moderati – Rinascimento Sgarbi per Fontana Presidente”

Raffaele Cattaneo è assessore all’Ambiente e Clima di Regione Lombardia. Nato il 15 settembre 1962 a Saronno, laureato in Economia e Commercio all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, è stato presidente del Consiglio di Regione Lombardia della X legislatura. Vive a Varese ed è un politico navigato: in Regione Lombardia ha ricoperto anche il ruolo di sottosegretario all’attuazione del programma e di assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione.

Alle elezioni regionali del 12 e 13 febbraio 2023 si candida nelle liste della provincia di Milano con la lista “Noi Moderati – Rinascimento Sgarbi per Fontana Presidente” che unisce le anime di “Noi moderati” e del partito Rinascimento fondato dal sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi: «È una lista nata nel percorso dei moderati, prosecuzione naturale del mio ambito di impegno politico – spiega Cattaneo -. I temi che proponiamo sono quelli che abbiamo declinato con Formigoni e che sono rimasti con Maroni e Fontana. Il nostro ambito è il centro del centrodestra, io sono un cattolico liberal popolare da sempre, lo ero quando era “facile” e lo sono anche adesso che è più complicato, senza cambiare casacca come hanno fatto in molti. Credo che ci sia bisogno di centro, per diversi motivi, anche in una logica di coalizione che vedrà gli equilibri interni cambiati. In questo cammino abbiamo incontrato Sgarbi e fatto nostra una sua massima: “La bellezza salverà mondo e le buone idee possono cambiarlo”. Sono convinto che la politica debba essere fatta di questa visione. Mi candido per questo, con l’auspicio di tornare in consiglio regionale e magari in giunta».

Nella sanità la Regione gioca un ruolo chiave. Come intervenire per ridurre le liste di attesa? Per quanto riguarda la carenza di medici di base e di personale in generale, cosa può fare la Regione? Che ruolo potranno avere le case di comunità in tutte queste problematiche?

«Innanzitutto credo si debba dire con forza che la sanità lombarda è un’eccellenza, a differenza di quello che viene descritto o fatto passare da chi vuole solo gettare discredito su un modello che funziona da tanti anni e che attrae pazienti da diverse parti d’Italia e del mondo. È un modello costruito nel tempo, un modello pubblico con una pluralità di soggetti, con un sistema di accreditamento che coinvolge privati, profit, no profit, un valore che garantisce servizi che altrove si sognano. Ci sono alcune criticità legate ad un contesto più ampio. Le liste d’attesa sono un tema su cui Regione sta lavorando molto: sono la conseguenza dell’accumulo di prestazioni non erogate durante l’emergenza Covid e della non perfetta gestione delle agende che va risolto. C’è un problema di natura informatico/organizzativo più che sanitario sul quale serve intervenire. Per quanto riguarda la carenza dei medici è un problema serio, dai medici di base ai medici e al personal ospedaliero: è però figlio di scelte di sistema che non dipendono da Regione Lombardia, dal taglio delle risorse (37 miliardi in questi anni) al numero chiuso nelle Università. Sono errori del passato che scontiamo e ai quali dobbiamo cercare di rimediare. La risposta però non può essere quella dei nostri avversari, cioè escludere i privati: io credo che vadano coinvolti di più e meglio, tenendo i privati dentro il sistema per garantire le prestazioni a tutti. Le Case di Comunità sono frutto di un’esigenza dettata dal PNRR, sono d’accordo che non basta istituirle, ma serve riempirle, devono diventare i luoghi fisici e logici per i cittadini e per i servizi erogati sul territorio. E credo che con i medici di medicina generale si debba ricreare un’alleanza, un rapporto positivo, perché hanno un ruolo cruciale nel sistema sanitario». Raffaele Cattaneo

Qual è la sua proposta per rendere più efficiente il sistema di trasporti in Lombardia. Come intende intervenire per limitare i disagi dei pendolari alle prese quasi quotidianamente con ritardi e guasti?

«Sono stato sei anni e mezzo assessore al Trasporti fino al 2012: quando ho cominciato c’erano 450 mila passeggeri al giorno, quando ho finito il mio mandato erano 700 mila e poi sono cresciuti ancora. Abbiamo lavorato negli anni per spostare quote di traffico dalla gomma al ferro con aumento dei servizi, nuove linee, nuove rotte, nuovi treni con 2 miliardi investiti in questi ultimi 10 anni. È ovvio che un sistema così complesso e carico è un sistema per cui si possono creare piccole rotture che a cascata diventano problemi più grossi. Ridurre i treni non può essere la risposta, ma invece serve potenziare il sistema nel suo complesso. Serve intervenire sulla rete, per risolvere i problemi strutturali che ci sono e non sono imputabili a Trenord. Serve che si facciano i lavori dove serve, penso ad esempio al terzo e quarto binario sulla Rho Gallarate, progetto predisposto e finanziato, ma bloccato da venti anni da chi dice sempre e solo “no”. Credo però che non si possa pensare solo a nuovi treni, nuove strade, nuovi binari, ma serva un’analisi più ampia che porti a cambiare modelli di sviluppo più sostenibili».

Qual è il ruolo secondo lei che dovrebbe avere l’Alto Milanese all’interno della Regione?

«L’Alto Milanese è un territorio che ha grandi opportunità, è su un’asse di sviluppo tra i più importanti della Lombardia che va dal Sempione passando per Milano, Rho Fiera, Mind, Malpensa: Legnano e il territorio limitrofo sono al centro di questo percorso che sono un’opportunità per rilanciarsi e riqualificarsi. Cambiare i modelli di sviluppo serve per rimanere eccellenze aumentando sostenibilità e digitalizzazione».

Cosa potrebbe fare la Regione per valorizzare il Palio di Legnano?

«È senza dubbio una manifestazione che ha un valore alto, da sostenere non solo con un contributo. Serve renderlo emblematico, un esempio di una tradizione che affonda le radici nel cuore della Lombardia: il Carroccio è nato qui, l’idea stessa della Lombardia è nata qui, la Battaglia di Legnano porta con sè idee di autonomia e libertà che sono vive ancora oggi. Serve che il Palio diventi un simbolo per tutto il territorio, tra storia e cultura, un essere lombardi che diventi una radice che unisce e non divide: il Carroccio era nello stendardo di Regione Lombardia, un simbolo in cui tutti i lombardi possano riconoscersi. Un’idea che porta con sé turismo, valore, comunicazione. Senza che i legnanesi ne siano gelosi, anzi: il Palio avrebbe ancora più valore per tutto il territorio».

Quali sono le sue proposte in tema di Ambiente e in particolare per contrastare l’inquinamento del fiume Olona?

«Serve intervenire per abbattere i fenomeni più impattanti, nel mio mandato da assessore ho lavorato per combattere l’inquinamento olfattivo, in un territorio a forte urbanizzazione e con tante industrie, il caso della Perstorp a Castellanza è emblematico in questo senso. Abbiamo lavorato su più tavoli per il rilancio del termovalorizzatore di Busto Arsizio un’operazione non solo di ingegneria industriale, ma un rilancio di un vecchio impianto a servizio di tutto il territorio, un obiettivo raggiunto. Il tema del fiume Olona va oltre le competenze della Regione, riguarda i contratti di fiume, un’altra forma di intervento e di programmazione negoziata: lavorare come abbiamo fatto per il lago di Varese, mettendo insieme tutti i soggetti ad un tavolo per costruire un percorso condiviso è la strada giusta. C’è il miglioramento delle acque, ma anche la valorizzazione del territorio, l’individuazione delle aree protette, la riqualificazione e la rigenerazione urbana. L’Olona potrebbe diventare un simbolo di rinascita, da emblema di una risorsa inquinata e sfruttata dall’industria a luogo di valorizzazione naturale e ambientale, come è stato fatto per il lago di Varese. Non bisogna rassegnarsi ad avere un territorio ambientalmente degradato, anzi: serve crescere e capire che l’unico modello di sviluppo possibile è quello di uno sviluppo sostenibile. Lombardia deve essere locomotiva (elettrica, non a carbone) di questo sviluppo sostenibile, un modello di sviluppo che dobbiamo fare nostro il prima possibile».

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Pubblicato il 06 Febbraio 2023
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