Legnano verso il “no” allo stralcio di interessi e sanzioni dalle cartelle esattoriali fino a mille euro
Spaccatura netta tra maggioranza e opposizioni in commissione rispetto allo stralcio di interessi e sanzioni sui carichi pendenti ante 2015 fino a mille euro
Legnano verso il “no” allo stralcio degli interessi e delle sanzioni sui carichi pendenti relativi al periodo tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2015 previsto dalla legge di bilancio. Il voto che conta è quello che arriverà martedì 24 dicembre da parte del consiglio comunale, ma il quadro è già apparso chiaro durante la seduta di commissione di lunedì 23, segnata come sempre da una spaccatura netta tra la posizione della maggioranza e quelle delle minoranze.
La cifra che, se Legnano non optasse per la non applicazione dello stralcio, verrebbe cancellata con un colpo di spugna dai bilancio di Palazzo Malinverni ammonta a circa 365mila euro, somma pari a sanzioni e interessi relativi a poco più di 3.600 cartelle esattoriali di importo massimo pari a mille euro tutto compreso. La scelta della giunta guidata da Lorenzo Radice, però, è andata in una direzione diversa da quella tracciata dal Governo Meloni: vuoi per la possibilità offerta dalla stessa finanziaria di ottenere gli stessi benefici con l’adesione alla definizione agevolata – che prevede anche la cancellazione degli oneri di riscossione – per i carichi relativi al periodo tra il 1° gennaio 2000 e il 30 giugno 2022, vuoi per la volontà di lanciare un messaggio politico.
«Riteniamo che la manovra rischi di essere iniqua, in quanto chi finora ha pagato vedrebbe permesso ad altre persone di non pagare, e controproducente – ha sottolineato in commissione l’assessore alla partita Luca Benetti, trovando sponda nel dibattito nella capogruppo del PD Sara Borgio e nello stesso presidente di commissione Simone Bosetti -: qualora si instaurasse un meccanismo di questo genere anche negli anni successivi, si rischierebbe che effettivamente le persone che dovrebbero pagare sanzioni, interessi e imposte possano procrastinare attendendo un’altra di queste manovre o non pagare affatto».
Netta la bocciatura arrivata dalle opposizioni, che hanno già manifestato l’intenzione di “dare battaglia” anche in consiglio comunale e hanno stigmatizzato anche i tempi e l’iter con cui la delibera è entrata a far parte dell’ordine del giorno della prossima seduta del parlamentino cittadino. «A livello nazionale è stato detto più da una volta, e non solo dai partiti che oggi sono al Governo, che è più difficile incassare queste somme che non incassarle – è la critica mossa dal capogruppo di Forza Italia Letterio Munafò -: il vostro è un discorso solo ed esclusivamente ideologico e l’ideologia non porta da nessuna parte. Chi non è in grado di pagare continuerà a non farlo: vedremo alla fine quanto incasserete. Molte di quelle persone probabilmente non ci sono più o sono in difficoltà economica perché come Comune non state facendo nulla per andare incontro alle situazioni di criticità che si sono prospettate negli ultimi tre anni».
Sulla stessa linea anche Francesco Toia della Lista Toia («Poteva essere un segno di supporto alla cittadinanza, invece date un altro segnale negativo alle famiglie già oberate da tasse e inflazione e ora anche dalla tariffa puntuale»), Stefano Carvelli di Fratelli d’Italia («Quale valore può avere tenere a bilancio una cifra di 365mila euro che molto probabilmente è un credito inesigibile? Non crea un “effetto doping” nel bilancio di Legnano?) e Daniela Laffusa della Lega («Gli evasori sono altri, qui stiamo parlando di povera gente e ancora una volta vogliamo buttare fango addosso al Governo che propone queste leggi per ricordare ai cittadini che le istituzioni lavorano a favore dei cittadini»).
Unica voce “fuori dal coro” quella dell’ex consigliere Dem Federico Amadei, che ha però proposto l’introduzione di un indicatore economico al di sotto del quale aderire allo stralcio. Che un indicatore di questo tipo avrebbe potuto servire, peraltro, è un rilievo che è arrivato anche dagli stessi uffici comunali. «Ci sono persone che non sono assolutamente povere che vanno a ruolo periodicamente e periodicamente non versano nulla – ha sottolineato Daniela Paganini, responsabile del Servizio Tributi -: non so se sia giusto rispetto a quei contribuenti che pagano. Sono 41 anni che lavoro all’Ufficio Tributi e vi assicuro che le persone povere sono quelle che vengono in ufficio e fanno di tutto per pagare e rateizzare, non sono quelle che non pagano o lo sono solo in piccola parte».
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