Appartamento lasciato al freddo dal teleriscaldamento, il tribunale dà ragione al cittadino
Il tribunale, pur dando ragione al cittadino che aveva presentato ricorso, ha ridimensionato le richieste verso Amga e la portata del risarcimento. Bocciata anche la «pretesa di Amga che il ricorrente installi stufette»
Amga dovrà fornire più energia attraverso l’impianto di teleriscaldamento quando la colonnina di mercurio segna 0° o addirittura le temperature esterne vanno sotto zero. Lo ha deciso il Tribunale di Busto Arsizio, chiamato a pronunciarsi sul ricorso d’urgenza presentato poco prima di Natale da un condomino di via Alberto da Giussano che aveva denunciato le temperature rigide con cui era chiamato a fare i conti dentro casa.
Appartamento allacciato al teleriscaldamento al freddo, un cittadino porta Amga in tribunale
Il ricorso, con tanto di fotografie, documentava non solo la temperatura dell’acqua in arrivo dal teleriscaldamento, che nei giorni “incriminati” aveva spesso oscillato tra i 49 e i 56 gradi a fronte di una temperatura di mandata di 90° gradi e di ritorno di 65/70°C indicata negli stessi allegati all’atto di indirizzo per l’allacciamento dell’impianto al termovalorizzatore di Busto Arsizio, che martedì 20 dicembre è stato discusso in consiglio comunale. Le immagini, inoltre, parlavano di una potenza termica proveniente dal teleriscaldamento scesa in più occasioni sotto i 300 kilowatt nonostante il contratto ne prevedesse 800. Con il risultato che nell’appartamento del condomino che ha deciso di rivolgersi al tribunale la temperatura nei giorni più freddi di dicembre aveva toccato un minimo di 10,9 gradi, attestandosi peraltro anche in altre occasioni sui 14 gradi in mattinata per poi raggiungere un massimo di 19 gradi la sera.
E un mese dopo è arrivata l’ordinanza del tribunale, che ha ritenuto provato che lo scorso mese di dicembre, nei periodi in cui la temperatura esterna era particolarmente bassa, «Amga non forniva l’energia necessaria» ed ha ritenuto sussistenti «elementi gravi, precisi e concordanti per presumere che le temperature fossero, se non esattamente quelle indicate dal ricorrente, eccessivamente basse», al punto «da compromettere il bene dell’integrità psicofisica» con «pericolo attuale di un pregiudizio irreparabile». Bocciata dal tribunale anche la «pretesa di Amga che il ricorrente installi delle stufette o ricorra ad altri accorgimenti per riscaldare l’ambiente».
Il giudice. tuttavia, non ha ritenuto necessario che Amga arrivi ad erogare energia per 800 kw con «un inutile spreco di energia e un aumento dell’inquinamento», considerando sufficienti «370 kw nel caso in cui le temperature arrivino a 0° o scendano al di sotto ed acqua ad una temperatura non inferiore ai 65°». Ridotta la portata del risarcimento richiesto, che il cittadino aveva quantificato in 500 euro per ogni giorno di ritardo della partecipata nell’adeguarsi all’ordinanza e il tribunale ha ridotto a «50 euro per ogni giorno di inosservanza dell’ordinanza».
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