Anziani abbandonati in ospedale, un problema sanitario, sociale ma anche economico
Il costo per il Servizio sanitario nazionale è di circa un miliardo e mezzo l’anno. Lo rileva una indagine della Federazione dei medici internisti ospedalieri (Fadoi) in 98 strutture
Fadoi, la Federazione dei medici internisti ospedalieri che gestiscono i reparti di medicina interna (di cui il prof. Nino Mazzone, primario dell’ospedale di Legnano, è past presidente), lancia un allarme: troppi gli anziani abbandonati nelle corsie degli ospedali. Una indagine della Federazione condotta in un centinaio di strutture indica che dalla data di dimissioni dal reparto a quella effettiva di uscita passa oltre una settimana nel 26,5% dei casi, da 5 a 7 giorni nel 39,8%, un altro 28,6% sosta dai 2 ai 4 giorni più del necessario. I pazienti anziani dimessi, sempre secondo Fadoi, restano in ospedale perché non hanno famigliari, ma anche perchè non hanno risorse per inserirsi in una RSA oppure perché non ci sono strutture sanitarie intermedie nel territorio.
Il problema sanitario implica anche una criticità economica. Ogni anno si registrano 2 milioni di giornate di degenza impropria negli ospedali, che implicano un costo per il Servizio sanitario nazionale di circa un miliardo e mezzo l’anno.
“Tocchiamo con mano quotidianamente la necessità di farsi carico di problematiche sociali che finiscono per pesare indebitamente sugli ospedali e sui reparti di medicina interna in particolare”, così Francesco Dentali, presidente della Fadoi, succeduto a Dario Manfellotto, che conferma “le ricette come le Case della Comunità e gli ospedali di Comunità sono vecchie. Sono modelli che abbiamo già definito e sperimentato ma che spesso non funzionano e lo abbiamo visto per esempio col Covid. Erano presenti da anni anche in alcuni piani sanitari regionali e non mi sembra che lì vi sia stata una maggiore capacità di fronteggiare per esempio la pandemia”.
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