Temperature anomale, in confusione anche le api di Legnano
Una situazione che come segnala Coldiretti si sta registrando in tutta la Lombardia
Le temperature anomale di questo periodo invernale stanno mandando in confusione anche le api dell’Isola del Castello di Legnano da poco messe a riposo attivo nelle loro arnie. Una situazione che come segnala Coldiretti si sta registrando in tutta la Lombardia: «Le temperature di questo inizio d’anno spinge le api ad uscire dagli alveari in cerca di cibo e fiori».
A fronte di ciò gli apicultori dell’associazione “Green in Town” stanno monitorando la situazione: «Dopo i trattamenti dicembrini che, in tempi normali avremmo effettuato agli inizi di novembre, come da programma aspettiamo ancora una o due settimane prima di aprire le arnie. Ma se le temperature continueranno ad essere miti ci troveremo costretti ad anticipare l’apertura. Il cambiamento climatico non può più essere considerato una fantasia, ormai è sotto gli occhi di tutti, anche di chi si ostina a tenerli chiusi». Il clima pazzo è uno dei problemi più pressanti per l’apicoltura. «La preoccupazione – spiegano gli apicultori – aumenta di fronte all’eventualità che il clima torni rigido e che si debbano affrontare possibili gelate».
Normalmente in questo periodo le api dovrebbero ammassarsi tra loro per ‘scaldarsi’ all’interno dell’alveare, invece come spiegano da Coldiretti, sentono che all’esterno le temperature sono quasi autunnali e volano in giro. «Non trovando nulla con cui alimentarsi, però – spiega Raffaele Dondoni, apicoltore di Trezzo sull’Adda, nel Milanese -, vanno in crisi di fame. Bisogna quindi tenerle sotto controllo, molto più che in un inverno normale, e vanno nutrite con composti di acqua, zucchero e miele per evitare di perderle. Il mese di dicembre in Italia ha fatto segnare una temperatura superiore di 2,09 gradi la media storica secondo un’analisi della Coldiretti sulla banca dati aggiornata Isac Cnr che rileva le temperature dal 1800 e che classifica il 2022 come l’anno più bollente con una temperatura media superiore di 1,15 gradi e la caduta del 30% di precipitazioni in meno, rispetto alla media storica del periodo 1991-2020. Si accentua dunque la tendenza al surriscaldamento in Italia dove la classifica degli anni più roventi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo decennio e comprende nell’ordine dopo il 2022 il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020».
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