Gli studenti del Verri e del Facchinetti a Castellanza in “sciopero”
Per problemi della struttura scolastica di via Azimonti, ma anche per diversi aspetti dell'organizzazione scolastica, che in parte si sono aperti dopo la prima fase di pandemia
A “innescare” la protesta, come spesso accade in autunno, è stato il freddo, conseguenza di problemi all’impianto di riscaldamento. Ma sono anche più ampi i problemi che nella mattina di venerdì 16 dicembre hanno spinto allo “sciopero” gli studenti dell’Isis Facchinetti di Castellanza e del distaccamento (nello stesso edificio) dell’istituto professionale Verri di Busto Arsizio.
Circa centocinquanta i ragazzi e le ragazze che hanno inscenato la protesta, anche se poi sono rientrati in classe “esortati” dai docenti.
Si diceva dell'”innesco” legato ai problemi al riscaldamento: «Stamattina siamo entrati a scuola e i caloriferi erano tutti spenti» raccontano i rappresentanti d’istituto del Verri, che a Castellanza ha una delle due sezioni distaccati. «Ma questa è stata un po’ la goccia che ha fatto traboccare il vaso di tante problematiche precedenti».
I problemi denunciati sono in parte strutturali: «Abbiamo problemi con gli spogliatoi e i bagni, usiamo come palestra dei locali magazzino, perché le palestre hanno infiltrazioni d’acqua. In alcuni locali ci sono buchi nei muri». L’edificio – come tutte le scuole superiori – è di proprietà e competenza dell’ente Provincia, ricordano gli stessi studenti: i problemi sono diffusi, ne parlavamo qui.
Altri aspetti invece riguardano l’organizzazione scolastica, questo caso del Verri in particolare: «Ad esempio gli avvisi qui in via Azimonti arrivano in ritardo rispetto a sede centrale e al distaccamento via Torino. Mancano i coordinatori in molte classi e i coordinatori sono una figura importante». Poi il ricorrente problema delle cattedre scoperte, anche a due mesi dall’inizio della scuola: «Mancano ancora alcuni professori. Inoltre manca la psicologa».
Ulteriore denuncia riguarda l‘impossibilità, in sostanza, di svolgere attività laboratoriali, «che sono importanti per l’indirizzo servizi sanitari e assistenza sociale». Un problema di spazi che mancano nella sede di via Azimonti e in quella di via Torino, ma – denunciano – anche di materiali che mancano, «che vengono acquistati dagli alunni e persino dai nostri professori». Su quest’ultimo punto gli studenti si erano già fatti sentire pubblicamente a ottobre e novembre, anche da parte degli studenti dell’indirizzo alberghiero.
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