Mancano medici di famiglia (anche) a Rescaldina, il centrodestra: “Scenario preoccupante”
Gli imminenti pensionamenti di medici di base hanno fatto scattare l'allarme tra i cittadini di Rescaldina, che si sentono proporre di affidarsi a medici fuori paese
Se non si può ancora parlare di una vera e propria emorragia, poco ci manca. Anche nel Legnanese il calo dei medici di famiglia attivi sul territorio è ormai diventato un male endemico, e per i cittadini, soprattutto i più anziani, ormai più che di criticità si parla di una vera e propria emergenza. Anzi, di un’emergenza nell’emergenza visto che ormai da più di due anni la pandemia, pur nel tira e molla tra un’ondata e l’altra, fa sentire i suoi effetti qui come in tutto il mondo.
Non fa eccezione Rescaldina, dove gli imminenti pensionamenti di medici di base hanno fatto scattare l’allarme tra i cittadini che si sentono proporre di affidarsi a medici che hanno lo studio fuori paese, tanto che sui social ha iniziato a circolare una lettera di “denuncia” della situazione. Allarme del quale ha deciso di farsi portavoce anche la coalizione di centrodestra. «Non era difficile prevedere che, prima o poi, sarebbe accaduto anche a noi – sottolinea Mariangela Franchi, capogruppo del centrodestra in consiglio comunale -. Da tempo si sa che in Italia nei prossimi cinque anni mancheranno circa 34mila medici di famiglia e che la Regione più penalizzata sarà proprio la nostra Lombardia, che perderà 4.167 medici di base».
«La causa è duplice – aggiunge la consigliera comunale -: la prima è nei tagli alla spesa sanitaria operati dai governi di centrosinistra che, negli ultimi dieci anni, sono arrivati a 37 miliardi di euro. A causa di questi tagli dal 2010 ogni anno lo Stato attribuisce alla Lombardia un numero di nuovi medici di base inferiore ai pensionamenti, “tagliando” in 10 anni circa mille medici e rendendoci la regione con meno medici di famiglia in Italia. La seconda causa è l’errore fatto nella programmazione dei corsi di specializzazione per medici di medicina generale, insufficienti a coprire i posti lasciati liberi dai pensionamenti».
Si tratta insomma di «uno scenario preoccupante – chiosano dal centrodestra -, che purtroppo oggi coinvolge anche i nostri cittadini che, dovendo trovare un nuovo medico, si rivolgono all’ufficio della ASST e si vedono proporre medici che esercitano a Legnano, a Cerro Maggiore , a San Vittore o a Nerviano. Situazione inaccettabile. Il medico di famiglia è da noi scelto per darci l’assistenza di “primo livello”, diventerà cioè il nostro medico di fiducia, colui che, prima ancora di curarci, ci guiderà, ci educherà, ci consiglierà. Ma per fare questo il medico di famiglia deve esserci vicino».
La situazione, peraltro, rischia di diventare “esplosiva” anche a Rescaldina come in quasi tutto il territorio, anche perché in paese i residenti con un’età dai 60 anni in su in base ai dati Istat – ancora provvisori – sulla popolazione residente al 1° gennaio 2022 sono 4.205 su un totale di 14.149 cittadini: parliamo in soldoni di una “fetta” di popolazione che sfiora il 30% del totale. «Se il medico di base è lontano si costringono centinaia di persone a spostarsi in auto, spesso anche a farsi aiutare ed accompagnare, rendendo così l’appuntamento con il proprio medico una gravosa incombenza che rischia di compromettere l’adesione del malato alle cure, o ritardarne l’accesso – conclude Mariangela Franchi -. Purtroppo i cittadini non hanno strumenti per contrastare questa situazione ma certamente il sindaco, nell’ambito delle proprie competenze di organizzazione territoriale dell’attività sanitaria, può e deve agire. Come gruppo di opposizione noi faremo la nostra parte portando le nostre proposte per affrontare il problema».
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