San Martino dà il benvenuto alla sua reggenza: “Il radunarsi delle contrade sia esperienza di tutta la città”
La chiesetta di San Martino è tornata ad accogliere la cerimonia della promessa della reggenza della contrada biancoblu in vista del prossimo Palio
La fiamma, simbolo della fede, al gran priore Cristiana Moretti. L’ancora, simbolo della speranza, al capitano Davide Barone. Il pane, simbolo di amore, alla castellana Francesca Genoni. L’elmo, simbolo della fortezza, allo scuderio Daniele Cerana. La clessidra, simbolo della temperanza, alla gran dama Stefania Gatti. Lo stendardo che «muove e raccoglie gli animi» al gonfaloniere Edoardo Guidi. La chiesetta di San Martino, con il sottofondo del rullo dei tamburi e la benedizione delle insegne di contrada, è tornata ad accogliere la cerimonia della promessa della reggenza della contrada di San Martino, che sabato 12 novembre ha giurato fedeltà ai colori biancoblu mettendosi al servizio dei propri contradaioli in vista del prossimo Palio di Legnano.
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«La prima indicazione che ci arriva dalle letture che abbiamo ascoltato è “non allarmatevi” – ha sottolineato don Marco Lodovici nell’omelia -, e questo non allarmarsi vuol dire anche non chiudere gli occhi, imparare a leggere bene le situazioni che stiamo vivendo. In questo periodo sto seguendo molto gli adolescenti e i giovani e ho proprio l’impressione che l’onda lunga del Covid continui a fare danni a livello di incapacità di mettersi in gioco, di rabbia, di momenti di tensione che ci sono nelle persone, e forse su questo, se come comunità ci aiutiamo nel leggere queste situazioni e ad accorgerci di chi sta male, possiamo fare dei passi significativi. La seconda indicazione è “badate che nessuno vi inganni”: ognuno ha una teoria per poter risolvere tutti i problemi, ma forse dobbiamo tutti metterci di più in ascolto, la parola del Signore ci chiede una riflessione più profonda».
«La terza indicazione – ha aggiunto il sacerdote – è “state attenti che l’amore di molti si raffredderà, voi siete chiamati a perseverare”. Oggi celebriamo questa messa ricordando la figura di San Martino, famoso perché ha tagliato il mantello a metà, perché è stato un uomo di carità: in un situazione come la nostra, dove ad esempio stiamo registrando molti più accessi alla Caritas, la perseveranza sia una perseveranza nell’amore, non solo nel preoccuparsi di noi ma nello stare attenti a tutte le persone che abbiamo intorno. La quarta indicazione è “battetevi il petto, sappiate che c’è sempre bisogno di conversione”: il nostro cammino tendenzialmente va avanti come si è sempre fatto, ma questo tempo forse deve insegnarci qualcosa, quali attenzioni possiamo avere per gli altri. L’ultimo verbo che vorrei raccogliere è radunarsi: l’esperienza delle contrade è esperienza in cui radunarsi insieme e deve essere esperienza di tutta la città e di tutta la comunità. Radunarsi vuol dire accorgersi che da soli si fa molta più fatica, che camminare insieme vuol dire camminare meglio, e allora ognuno di noi deve avere questa attenzione per poter vivere in profondità il cammino».
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