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Traffico di rifiuti in una cava di Nerviano, il comune si costituirà parte civile al processo

Lo ha spiegato l'assessore all'ambiente Sergio Parini in consiglio comunale rispondendo ad un'interpellanza presentata dal Partito Democratico

traffico rifiuti cava nerviano

Il comune di Nerviano si costituirà parte civile nel processo che prenderà il via a dicembre davanti alla decima sezione penale del Tribunale di Milano a seguito dall’indagine avviata dai Nuclei Investigativi di Polizia Ambientale ed Agroalimentare di Milano e di Lodi nel 2020, grazie alla quale è stata individuata in paese una cava di estrazione di sabbia – sotto sequestro preventivo da novembre 2021 – utilizzata per smaltire illecitamente ingenti quantitativi di rifiuti terrosi e da demolizione edilizia.

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Lo ha spiegato durante la seduta consiliare di venerdì 11 novembre l’assessore all’ambiente Sergio Parini rispondendo ad un’interpellanza presentata dal Partito Democratico che sollecitava sindaco e giunta proprio a costituirsi parte civile per chiedere il risarcimento dei danni, patrimoniali e non, causati alla collettività nervianese dai reati emersi dalle indagini. «Agli imputati, unitamente ad una pluralità di reati connessi al traffico illecito di rifiuti, è contestato il reato associativo per aver costituito un vero e proprio sodalizio finalizzato alla commissione di una serie indeterminata di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti – hanno sottolineato nell’interpellanza i Dem -. Per la gravità dei reati contestati, gli imputati sono allo stato agli arresti domiciliari e per il processo si svolgerà nella forma del giudizio immediato. Il comune di Nerviano, unitamente a Regione Lombardia, è indicato quale parte offesa nel decreto che dispone il giudizio ed è legittimato alla costituzione di parte civile per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali conseguenti ai delitti contestati agli imputati».

L’inchiesta dalla quale è scaturito il processo che inizierà il mese prossimo – nel cui ambito sono state indagate in tutto 26 persone oltre ad un’azienda di demolizioni e applicate cinque misure cautelari personali (tre arresti domiciliari, un obbligo di dimora ed un obbligo di firma) – ha permesso di tracciate oltre 800mila metri cubi di rifiuti terrosi e da demolizione smaltiti illecitamente all’interno della cava: è stato individuato lo smaltimento illecito di rifiuti terrosi e da demolizione anche da cantieri autostradali di Genova Est e da opere di risistemazione effettuate all’interno di una centrale elettrica sita a Turbigo.

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Secondo quanto emerso dalle indagini, l’attività illecita ruotava anche intorno al trattamento illegale di cavi elettrici: venivano infatti ricavate grandi quantità di rame dall’abbruciamento delle guaine di copertura, operazione che veniva svolta soprattutto di notte per evitare i controlli e che non solo è illegale ma è anche particolarmente inquinante perché produce il rilascio di sostanze inquinanti anche pericolose in atmosfera e sul suolo. Complessivamente gli inquirenti hanno documentato il trattamento illecito di oltre 112mila chili di cavi elettrici. L’attività d’indagine ha anche permesso di accertare i proventi dell’attività illecita, quantificati in più di sedici milioni di euro.

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 11 Novembre 2022
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