Ritardi continui e corse che saltano, Stie risponde agli utenti che denunciano disagi
Così il direttore di esercizio di Stie, Vezio Guidobono, risponde agli utenti che lamentano disagi ribadendo quanto già spiegato in un precedente articolo
«I clienti hanno tutte le ragioni di questo mondo». Così il direttore di esercizio di Stie, Vezio Guidobono, risponde agli utenti che lamentano disagi ribadendo quanto già spiegato in un precedente articolo. La risposta è indirizzata in particolare al lettore che ha chiesto spiegazione in merito ai ritardi continui e alle corse che saltano all’Ite Tosi di Busto Arsizio.
«Dieci giorni fa si è svolta una riunione sindacale dalla quale i rappresentanti sono usciti chiedendo più soldi. Abbiamo provato ad intavolare una discussione sul premio risultati ma hanno lasciato il tavolo dicendo che l’aumento doveva essere dato a parità di servizio. Poi c’è stata una nuova assemblea a San Vittore Olona in cui hanno deciso di non fare più straordinari. A questa protesta si aggiunge quelle di alcuni lavoratori che si sono messi in malattia, convinti dai sindacati. Giovedì scorso – spiega il direttore – su 29 turni c’erano 12 malati di cui solo 4 hanno il covid. Giovedì e venerdì sono saltati due tentativi di riunione proposti dalla società. Ad oggi non c’è ancora una data per riunirsi nonostante la disponibilità a farlo già a partire da mercoledì. Dal nostro punto di vista non è vero che i conducenti facciano così tanti straordinari. A Legnano addirittura se ne fanno meno di altre zone e alcuni non riescono nemmeno ad arrivare alle 39 ore settimanali di lavoro».
«Abbiamo, sicuramente, qualche difficoltà a trovare gli autisti – prosegue Guidobono – A Pero ne mancano 6, a Busto ne mancano 2, a Gallarate altri 2, a Saronno ne manca uno. Il problema è diffuso e non riguarda solo Stie, servirebbero agevolazioni per chi vuole fare la patente da conducente di autobus che oggi costa oltre 4 mila euro. Un nuovo conducente parte da una paga base di 1150-1200 netti al mese per 14 mensilità per 6 ore e mezza al giorno, inoltre ci sono le provvigioni sui biglietti venduti sul pullman (circa un centinaio di euro al mese). Sono d’accordo sul fatto che gli stipendi non siano molto alti ma la battaglia va fatta in sede di rinnovo di contratto nazionale e non nelle singole aziende. Il danno che viene fatto è all’utenza perchè siamo un servizio pubblico».
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