Voto a Legnano: “Una campagna elettorale in cui non si parla di mafia che campagna elettorale è?”
Maria Agostina Cabiddu, docente di Diritto pubblico, e la giornalista Rosy Battaglia hanno "provocato" i legnanesi con analisi e considerazioni, per favorire l’esercizio del diritto di voto con consapevolezza
Dulcis in fundo. Si dice così, quando accade qualcosa di interessante alla fine, e non solo se si è tavola. Così è stato l’altra sera, a Palazzo Leone da Perego, nella serata dedicata al tema “Il voto: diritto e potere” con la finalità di favorire l’esercizio del diritto di voto con consapevolezza. Iniziativa promossa da ACLI Legnano, Forum del Terzo Settore Alto Milanese, Anpi San Vittore Olona, Associazione Polis Legnano, Associazione Cielo e Terra, Associazione Puntorosso e CGIL Ticino Olona.
Nel trattare la preferenza per un voto dal carattere civico, la provocazione conclusiva della giornalista Rosy Battaglia non è passata inosservata al pubblico dove aveva trovato posto anche il sindaco Lorenzo Radice: “Stiamo vivendo una campagna elettorale in cui nessun candidato solleva attenzione sui problemi legati alla mafia e alla corruzione, perchè?”. Già, perchè?
Partendo dalle inchieste su salute, ambiente e legalità, la giornalista ha nascosto, ma nemmeno tanto, tra le slide alle sue spalle, un appello al voto consapevole, libero, uguale, indirizzato ai propri valori a partire dai più fragili. Quel voto auspicato anche dalla prof.ssa Maria Agostina Cabiddu, docente di Diritto pubblico all’Università Cattolica di Milano, soprattutto quando, nel passaggio sull’attuale legge elettorale, ha ricordato che «questo Rosatellum, poco gradito a tutti, ormai sembra non avere più un padre. Eppure, la Costituzione esprime la sua preferenza, nemmeno velata, ed è per il tipo proporzionale». Invece, continuiamo ad avere un sistema misto, tra proporzionale e maggioritario. Perchè? Già, perchè?
Riflessioni che riconduciamo a due conclusioni.
Se la legge elettorale non piace, cambiamola. Ma facciamo attenzione, la stessa evidenziata dalla prof.ssa Cabiddu: «Cambiarla non deve significare adattarla ai propri interessi. Chi ci ha provato è rimasto più deluso, che soddisfatto».
Oggi, il 40% degli italiani e’ indeciso sulla sua preferenza di voto ma anche se recarsi a votare. Ebbene: «Il non voto – così e’ emerso durante l’incontro – esprime una responsabilità ancora maggiore, rispetto a chi andrà ai seggi». Lo sanno tutti coloro che staranno a casa?
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